Buenos Aires e Napoli, le sorgenti d’emozioni che appartenute a Diego Armando Maradona. Erano sue, ha adottato una maschera da scugnizzo, un eterno fanciullo che due anni fa se ne è andato per non sparire mai. Ora ch’è volato via, dal 25 novembre del 2020, c’è un Diego che sorride ovunque, tra i vicoli di Napoli, nei tormenti della sua Argentina che vive nella sua ombra, negli sguardi persi di chi se ne va in processione, cercando in se stesso i frammenti d’un passato intramontabile. Due anni trascorsi nel dolore e nel rimpianto e pure in quel senso di allegria contagiosa e straripante che ha rappresentato il mantra d’una esistenza borderline. Ma quella era la sua e, come avrebbe detto El negro, Roberto Fontanarrosa, fumettista argentino: “che mi importa di quel che Maradona ha fatto con la sua vita: mi importa di quello che ha fatto della mia“. Dell’Argentina mondiale, del Napoli campione d’Italia per due volte.
Fonte: Corriere dello Sport