Juliano, il capitano dei capitani, ha scelto il silenzio dei ricordi

Da alcuni anni è sempre nel suo rifugio sulla collina di Posillipo, una villetta nascosta dal verde dietro a una curva. Antonio Juliano vive nel silenzio dei ricordi. Il capitano dei capitani, perché Juliano detto Totonno è stato l’azzurro che ha giocato più partite con la fascia al braccio: sono state 423 dal 1966 al 1978, su 505 complessive. C’è stato, in campo e dietro alla scrivania. È stato uno dei 28 graduati della squadra, protagonisti del libro Capitani che sarà distribuito gratuitamente in edicola acquistando la copia del Mattino venerdì 25. Il 25 novembre, già. Il giorno in cui due anni fa arrivò la notizia della morte di Maradona. Diego doveva molto a Juliano, che aveva lottato come una furia contro i dirigenti del Barcellona nell’estate dell’84 per portarlo a Napoli. Per regalarsi finalmente un sogno: lo scudetto che non aveva vinto da calciatore.
Napoletano verace però «un napoletano atipico, come lo hanno definito, perché era il contrario dello stereotipo partenopeo», le parole di Dino Zoff, aveva dovuto lottare per prendere quella 8 e quella fascia. Uomo di poche ma chiare parole. Chiuse la carriera a Bologna, tornò da direttore generale. Convinse Krol a tornare in Europa per indossare la maglia del Napoli, piazzò il colpo Maradona. Ma Juliano non partecipò alla festa scudetto. Era andato via due anni prima.  Sarebbe tornato tanto tempo dopo, in un altro Napoli, quello del 98 che scivolò in serie B dopo aver conquistato la miseria di 14 punti. L’ultima scommessa di Antonio, purtroppo non vinta.
Il Mattino
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