Per spazzare via anni di critiche travestite da rimpianti (sempre la stessa storia, ovunque), per confermare di aver trovato continuità e scintille, per dimostrare una volta per tutte di essere una stella. Al mondo intero: inno polacco, inchino e vai Zielinski. Zielo di Polonia ma anche di Napoli: oggi capiterà che lui e il Chucky divideranno il popolo azzurro delle simpatie, è inevitabile, ma vederli debuttare faccia a faccia in Qatar sarà soprattutto una soddisfazione per il club, per Spalletti e per la gente. Sì, tutto bello. E poi è meglio abituarsi alle cose serie e alle partite serissime in vista della volata-scudetto: il Mondiale dei napoletani. A voi.
LE ATTESE. E allora, maglia diversa ma stesso numero: 20 Zielinski. Chissà un numerologo cosa direbbe, come la spiegherebbe, ma nel frattempo la Polonia aspetta dal signore di cui sopra esattamente il carattere, le giocate, i gol (6) e gli assist (7) esibiti con il Napoli in questa prima parte di stagione. Con la Nazionale, finora, è andata più o meno come sempre: Piotr è un centrocampista chic, un potenziale fuoriclasse ma anche uno che – vai a capire il perché – attacca e stacca la spina con la stessa semplicità con cui tratta il pallone. Eccole: le famose critiche travestite da rimpianti. La sua crescita nell’approccio e quella capacità tutta nuova di aggredire le partite con la tenacia del mediano-lottatore, però, non sono passate inosservate: dal campionato italiano alla Champions, passando per la Polonia. Che ora, sin da oggi, si aspetta da Zielo un rendimento simile.
IERI E OGGI. Pressione notevole, notevolissima ma giustificata dalla qualità di questo giocatore di 28 anni che dopo tanta e anzi troppa intermittenza sembra entrato nell’età dell’oro. Color Mondiale: è lui uno dei più attesi della Nazionale polacca, a maggior ragione dopo l’eliminazione immediata nel 2018. Ne è passato del tempo, vero? E troppe cose anche orrende sono accadute: quattro anni fa la Polonia arrivava in Russia piena d’entusiasmo e questa volta invece è partita per il Qatar scortata in volo fino alla punta meridionale del Paese da due caccia F16, cioè due aerei da guerra, per una forma di precauzione dopo i missili caduti a Przewodow, un villaggio non lontano dal confine con l’Ucraina. A due passi c’è la guerra.
ITALIANI DI POLONIA. Oggi, invece, allo Stadium 974 di Doha si parlerà di calcio. Si giocherà al calcio. E Messico-Polonia non sarà soltanto la storia di Zielinski contro Lozano: c’è qualcosa del Napoli ma anche della Roma con Zalewski; della Juve con Milik e Szczesny; del Bologna con Skorupski; della Fiorentina con Zurkowski; della Salernitana con Piatek; dello Spezia con Kiwior; del Benevento di Cannavaro con Glik (unico giocatore della rosa a militare in una seconda divisione); della Samp con Bereszynski. Dieci polacchi d’Italia che in origine, con Dragowski, erano undici: la sorte, però, ha deciso per il portiere dello Spezia e un brutto infortunio alla caviglia destra rimediato nell’ultima di campionato con il Verona lo ha costretto a dare forfait.
SOGNO LEWA. Ossatura di volti noti, insomma, quella della Nazionale che si appresta a debuttare in Coppa con il Messico: dovrebbero essere in tanti a giocare dal primo minuto, ma ieri il ct Michniewicz non ha voluto dare indicazioni né in fatto di modulo – difesa a tre o a quattro – e tantomeno di uomini. Una certezza? Manco a dirlo: Lewandowski. Una fabbrica di gol che però, sembra strano, non è mai riuscito ad andare a segno in un Mondiale. Quello che per lui comincerà oggi, a 34 anni compiuti, sarà il secondo e anche l’ultimo: «Segnare una rete sarebbe un sogno enorme: farò di tutto per coronarlo».
Fonte. Cds