Lui, il Napoli e Lucio, il Covid e l’infortunio chock: Lozano senza peli sulla lingua

Caro Luciano, ti scrivo. «Spalletti cerca di imbrigliare il diavoletto che ho sulla mia spalla». Hirving Lozano lo ha detto e anzi lo ha scritto in una lettera aperta pubblicata da The Players Tribune, alla vigilia del Mondiale che giocherà con il Messico. Il Chucky è uno dei cinque azzurri che si esibiranno in Qatar e tra l’altro, in attesa di sfidare l’Argentina di Messi e l’Arabia Saudita, martedì esordirà proprio con la Polonia di Zielinski. Quella che comincerà domenica sarà la sua seconda Coppa del Mondo dopo quella in Russia nel 2018. Una specie di ponte ideale con Napoli: Ancelotti lo vide all’opera e lo scelse.

 

 IL COVID. Dopo l’adios di Carletto e l’arrivo di Gattuso scoppiò la pandemia. «Ana e i bambini erano tornati in Messico e io avrei dovuto raggiungerli a marzo 2020, ma all’improvviso tutti i voli furono cancellati e rimasi intrappolato dall’altra parte del mondo. Dopo qualche settimana ho detto al club che non ce la facevo più. Li ho supplicati di lasciarmi tornare a casa. Ma loro mi dicevano: “Guarda, non puoi andartene. Non si tratta solo di una multa, finirai in galera”». Momenti tremendi. «Da film dell’orrore. Come molte persone, trascorsi tre mesi da solo e mi sembrò di impazzire. Non avevo nemmeno il calcio come distrazione».
 
NAPOLI E LUCIO. Quest’anno, però, è cominciato alla grande: «La passione che i tifosi hanno a Napoli è incredibile. Non riesco a spiegarla. Il modo in cui sostengono la squadra… Da giocatore ti riempie di energia e di orgoglio. C’è anche pressione, ma ormai sono abituato. Mi piace. Ho avuto altri grandi allenatori da cui ho imparato molto. Personaggi molto diversi tra loro: Gattuso, una persona che vuole vivere a cento all’ora, e Spalletti, che cerca di imbrigliare il diavoletto che ho

INFORTUNIO CHOC. Il Chucky si sofferma anche sulle aspirazioni del Messico al Mondiale e sulle difficoltà del cammino fino al Qatar. «Le qualificazioni Concacaf non sono uno scherzo: a Panama i tifosi distruggono il pullman della squadra con sassi, bottiglie, monete e in Canada abbiamo giocato a -23 gradi. E ricordate lo scontro in Gold Cup con il portiere di Trinidad e Tobago? Il mio collo è ruotato di 180 gradi, la spina dorsale è rimasta danneggiata e l’occhio è esploso. Ho pianto tanto e temuto per la mia vita. Molti medici mi hanno detto che è un miracolo se sono sopravvissuto».

Fonte: Cds

 

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