Un Maradona in formato famiglia. Il mondo del calcio deve ricominciare davvero da qui. Nonni, donne, bambini: lo stadio che piace. Volevamo di nuovo le famiglie, volevamo gli spalti non ostaggio dei violenti e magari dei loro cori razzisti, sognavamo di non sentire più ululati contro? Ecco, allora bisogna fare un giro al Maradona quando gioca il Napoli. Ogni gara, una festa: il 25 per cento dei presenti allo stadio, adesso è composto da ragazzini e da donne, la loro presenza è raddoppiata in questo avvio di stagione rispetto alla passata, per via dei tanti accordi che l’head of operation, Alessandro Formisano, ha stretto con le scuole e le scuole calcio di Napoli e provincia. «Era quello che volevamo da tempo: creare uno stadio a misura di famiglie, dove chi viene si senta al sicuro, consapevole che guardare la partita deve essere uno spettacolo tranquillo, simile a qualsiasi altro. E ci siamo riusciti, con la collaborazione di tutti». Presenze massicce e in sicurezza grazie anche a un impianto di sorveglianza ultramoderno che non lascia scampo a comportamenti irregolari. I numeri sono ufficiali: anche sabato, per l’ultima con l’Udinese, dei 50mila presenti, ben 12.500 erano tifosi under 18 oppure delle donne. Uno spettacolo nello spettacolo. Un quarto della capienza del Maradona composta da donne e bambini. Non c’è solo il risultato sportivo, la squadra che regala emozioni ai propri tifosi, gli show di Osimhen e Kvara: c’è quel senso di sicurezza che ormai si respira all’interno dell’impianto di Fuorigrotta e che quindi spinge le famiglie a comprare i biglietti per andare sugli spalti. Non è vero che la gente preferisce restare in poltrona: baste creare posti accoglienti. Come adesso è il Maradona. Certo, non il più moderno di tutti gli stadi, ma i lavori delle Universiadi realizzati dalla Regione Campania ne hanno notevolmente migliorato la fruizione. E da qui è iniziato il lavoro di Formisano e del club azzurro. Sembrava un sogno, ma non lo è. E le famiglie tornano al Maradona non solo nella Family approfittando degli sconti ma in tutti i settori, curve comprese. Non c’è solo un primo posto da festeggiare e da difendere: questo è il calcio che ci mancava. Senza poche centinaia di beceri tifosi che tengono in ostaggio tutti gli altri con i propri comportamenti e li spingono a non mettere piede nello stadio. Non è così. Tant’è che il Napoli quest’anno non ha ricevuto neppure un euro di sanzione dall’Uefa che, di solito, punisce il club soprattutto per l’occupazione delle scale di emergenza. Nulla, neppure questo ormai avviene all’interno del Maradona. Tra steward e poliziotti, i controlli iniziano fin dalle aree di accesso.
MODELLO MARADONA
Dietro c’è il lavoro di coordinamento di Alessandro Formisano, l’head of operation del club azzurro. Se il Maradona è diventato un luogo dove sono tornate le famiglie a far festa, con i violenti messi da parte con i vari Daspo, isolati, sicuramente in minoranza, è proprio per il lavoro fatto in questi anni assieme alla questura diretta da Alessandro Giuliano. «Gli anni a porte chiuse hanno rischiato di togliere linfa vitale a tutto il movimento. Soprattutto il pericolo era che le nuove generazioni potessero sempre meno interessarsi al prodotto calcio. Invece, creando un luogo ospitale e sicuro come è adesso il Maradona, siamo riusciti a riportare intere famiglie. Come era una volta. E in tutti i settori, anche le Curve». Le immagini di piccoli azzurri sulle spalle dei papà o intere famiglie sugli spalti hanno riempito i social per tutto questo avvio di campionato.
Non una operazione di poco conto: il Napoli sta costruendo le sue nuove generazioni di tifosi. Azzurre.
Fonte: Il Mattino