“È tempo per un bilancio della prima parte fantastica della stagione del Napoli. Semplice attribuire i meriti. Aldilà dei singoli calciatori, pare che il Napoli si regga su una sorta di trinità. Composta da persone di grande qualità, per certi versi complementari. In vetta Aurelio De Laurentiis. Regista del film Calcio Napoli. Riuscire a tenere in equilibrio il bilancio, ridurre il monte ingaggi e organizzare una squadra da favola se non è un miracolo poco ci manca. Un miracolo di sapienza imprenditoriale, di intuito nello scegliere i collaboratori, di capacità organizzativa. Fondato su un modello di società verticistico assolutamente unico. I meriti di una stagione fin qui esaltante vanno ascritti innanzitutto a lui. E questo è decisamente il suo Napoli. Il suo miglior Napoli. E sotto la sua guida il Calcio Napoli, sostiene Antonio Polito, è diventata una delle cose migliori della città. Una best practice. Secondo ramo della trinità è Cristiano Giuntoli. Lo scouting che ha messo in essere è stupefacente. E forse andrebbe risarcito per essere stato a lungo sottovalutato. Demme, Lobotka, Rrahmani fino al boom con Kim e lo strepitoso Kvaratskhelia. Molto ben gestite anche le cessioni. Che dire, chapeau. Va citato anche un altro dirigente, scelto da De Laurentiis. Alessandro Formisano, direttore marketing del Calcio Napoli. Persona refrattaria al palcoscenico, però opera con grande efficienza. Last but not least Luciano Spalletti. Uomo serio e grandissimo lavoratore. Che Albarella, vecchio lupo di calcio, mi disse essere il più grande studioso di football in circolazione. Ha costruito una squadra che esprime il più bel gioco d’Italia e, secondo alcuni, d’Europa. Un bel gioco non fine a se stesso ma portatore di risultati concreti. Nel calcio, si sa, contano le vittorie. Sembra che sia il miglior gestore delle opportunità legate ai cinque cambi. Inoltre, come già ho detto, lavora molto sui singoli, fa scuola. Ed i miglioramenti di Osimhen, ad esempio, sono sotto gli occhi di tutti. Personalmente ho un sogno nel cuore. Vedere che anche per effetto dei suoi rimbrotti, talvolta ruvidi per carattere, Kvaratskhelia tra tre anni sia da Pallone d’oro. Ut fata trahunt”.
Guido Trombetti (Fonte: Il Mattino)