Si è conclusa ieri pomeriggio al Maradona, con la vittoria per 3-2 sull’Udinese, una prima parte di stagione straordinaria del Napoli di Spalletti, per certi versi epica. Numeri e statistiche fuori da ogni logica e primati in quasi tutte le classifiche per gli azzurri che hanno dominato la Serie A e il proprio girone Champions da vero top club di livello europeo.
La sosta per il Mondiale arriva nel momento più opportuno, la benzina nelle gambe richiede una ricarica come si è visto negli ultimi minuti di gara contro l’Udinese.
Ma veniamo ai dati impressionanti della compagine partenopea.
41 punti su 45 a disposizione. 37 gol fatti e 12 subiti, 13 vittorie, 2 pareggi e 0 sconfitte in 15 partite di campionato. Il Napoli il PSG sono le uniche due squadre rimaste imbattute. Dopo il pari contro il Lecce di cui non non è rimasto neanche l’ombra, gli azzurri hanno asfaltato tutto e tutti inanellando 11 successi di fila. In Champions il discorso non cambia: 15 punti su 18 ( solo il Bayern ha vinto 6 gare su 6 ) nel girone A con 5 vittorie, una sola sconfitta e 20 gol fatti ( più di tutti ) conquistando la qualificazione agli ottavi di finale con due gare di anticipo da primi della classe davanti al Liverpool di Klopp.
Nel complesso gli azzurri hanno segnato 57 reti e ne hanno subite 18. Sono in fuga solitaria in testa alla classifica del campionato con un vantaggio momentaneo di 11 punti su chi insegue e guardano avanti con ambizioni importanti, sia in Italia che in Europa. Il sorteggio con l’Eintracht Francoforte può aprire scenari interessanti anche in Coppa Campioni qualora il Napoli dovesse approdare ai quarti per la prima volta nella propria storia. Nei top 5 campionati europei solo Bayern, City e Psg hanno segnato più gol degli azzurri in campionato. Spalletti ha creato una macchina da guerra che può scrivere importanti pagine di storia.
Il Napoli vince in tutti i modi
Ma torniamo alla Serie A. Nei 13 successi del Napoli di questa prima parte di stagione, ciò che ha stupito di più è la varietà con la quale sono arrivati. Vittorie in tutti i modi, “soffrendo”, dilagando, pazientando e dominando gli avversari, non perdendo mai il dogma della proposta offensiva di un calcio all’avanguardia.
L’ultima sfida contro l’Udinese è stata quella che più si è rispecchiata in una trama Thriller per la banda Spalletti.
1,2, e 3-0 in scioltezza con un calcio che si vede solo al Maradona e forse in paradiso. Colpi di tacco, lanci lunghi, fraseggi, colpi di testa e conclusioni a giro. Tutto questo si è potuto ammirare nel mix dei primi due gol di Osimhen e Zielinski, nella goduria ed esplosione di felicità totale del popolo partenopeo. Il bomber nigeriano sale a 9 reti in 11 presenze ed è l’attuale capocannoniere del campionato. La terza rete di Elmas è stata il diamante che ha chiuso almeno apparentemente la partita.
Assist di Anguissa nello spazio, controllo, dribbling, suola e gol del fantasista macedone. Una rete semplicemente sensazionale che però non è bastata per vivere un finale di gara in tranquillità, complici la stanchezza e i crampi di Kim che lo hanno portato ad uno svarione sul 3-2 Udinese. La squadra di Sottil riesce a segnare due reti in pochi minuti quando mancava l’ultimo quarto d’ora d’orologio, tenendo sospeso il Maradona nella sofferenza dei minuti finali. Ma il Napoli non molla e grazie anche alla spinta dei propri tifosi porta a casa il risultato.
“Una borraccia per il ciclista in difficoltà”, la definizione del boato del Diego Maradona data da Luciano Spalletti in conferenza alla vigilia del match con i friulani.
Una vittoria che ha avuto un sapore ancora più bello per come è arrivata, con i denti e con la voglia di non fermarsi. Gli azzurri chiudono la prima parte pre-Mondiale trionfando davanti al proprio pubblico ed esultando come bambini al parco con tutti i settori dello stadio sulle note di “Un giorno all’improvviso”. Un clima, una magia e una stagione da stropicciarsi gli occhi, nessuno vuole sbagliare. Kim in primis, che a fine partita dimostra la sua cultura come uomo prima che come calciatore scusandosi con compagni e tifosi sui social per l’errore commesso.
Non si dà pace, un po’ come il figlio di Will Smith che approda in Corea nel famoso film Karate Kid: “metti il giacchetto, togli il giacchetto”. Un’azione ripetuta più volte che lo porta ad allenarsi mentalmente per affrontare le sfide delle arti marziali.
Min-Jae è questo: anticipa di piede e di testa, salta più in alto di tutti, entra in tackle e si mangia gli avversari non perdonandosi nemmeno una disattenzione, seppur sopraffatto dalla stanchezza.
Un giocatore che incarna l’arte della difesa a tutto tondo. Kim non conosce la parola “errore” nel suo vocabolario di calcio e di vita. E infatti quello di ieri è stato il primo e l’unico commesso fin qui.
La capolista se ne va
Una flessione che non ha portato il gruppo a disunirsi e servirà come lezione per quando si ripartirà a gennaio, nel momento in cui gli azzurri saranno chiamati a confermare quanto di buono, anzi straordinario, fatto fino ad oggi. E la convinzione o meglio sensazione, al contrario di qualche leggenda di alcuni media, è che il gruppo di Spalletti tornerà a dominare il campo anche nel post-Mondiale.
Questa squadra mancherà a tutti gli amanti del calcio, non solo tifosi partenopei, per aver mostrato il calcio più bello d’Europa in tutti campi con la consapevolezza e la maturità di una grande. In una dimensione da grande.
Il Napoli dietro di sé ha creato il vuoto, non solo a livello di punti ma anche per il gioco. Ad oggi nessuna delle big italiane sembra all’altezza di poter reggere la fuga azzurra e lo fa capire anche il Maradona che da un paio di gare a questa parte intona la “capolista se ne va”.
Perchè c’è bisogno anche di questo in una città vittima delle proprie paure e dei sogni mancati come Napoli, dare un calcio alla scaramanzia ed essere certi che questo è l’anno in cui si raccoglierà dopo aver seminato. Uniti mano nella mano, Napoli e il Napoli danno l’impressione di non farsi abbattere da nessuno, non c’è la minima intenzione di fermarsi.
Una tempesta che diventa uragano e che non ha paura di nulla. Un pò come Victor Osimhen, che incute timore ai difensori avversari ogni qual volta accelera o si fionda sulla palla.
Molto probabilmente, è questo il Napoli più forte dell’era De Laurentiis, come ammesso dal patron stesso su Twitter. Per singoli, qualità di gioco, collettivo e struttura di rosa, siamo all’apice del quasi ventennio “Aureliano”. E lo dice anche la curva B con uno striscione: “Facce felici ripopolano i nostri gradoni per uomini degni delle nostre emozioni”.
Vero che manca tanto ma la strada è indirizzata: premere il piede sull’acceleratore e cantare come faceva il grande cantautore Rino Gaetano, “Il cielo è sempre più blu”.
A cura di Simone Di Maro