Luciano Spalletti: “Con l’Udinese sarà una finale e la dovremo “sbranare”. La sosta ci farà comodo”

Il tecnico di Certaldo punterà sul gioco per tenere sempre il sorriso

Prima di andarsene in vacanza, val la pena continuare ad essere se stesso, a declamare ad alta voce “ quella ” poesia ch’è diventato un inno di felicità: perché poi, nei cinquantatré giorni che seguiranno, bisognerà continuare ad immergersi in quella “ dolcissima ” melodia. «Sarà come una finale… Chiudiamo il primo ciclo. Sono convinto che la sosta ci farà comodo. Ma mai come stavolta conta la qualità del nostro calcio che tutti hanno apprezzato».

Mentre Napoli-Udinese si avvicinerà, nella classica “ strategia ” d’una vigilia che introdurrà in un calcio nuovo, quasi inesplorato, Luciano Spalletti non s’immergerà nel suo precedente in Russia, semmai volendo potrà lasciarsi accarezzare dal venticello caldo della storia che nel suo piccolo gli passerà accanto, perché in un’ora e mezzo ne possono succedere di cose mai viste: l’undicesima vittoria, il prossimo step per starsene poi comodamente adagiato in poltrona aspettando che Milan & company provvedano da sé, sarebbe un primatino niente male, qualcosa da inchiodare nel curriculum di un club che sta festeggiando il suo 96 º anno e non è mai arrivato a som m are tanti successi consecutivi; che poi riuscirci significherebbe anche sistemare la tredicesima affermazione su quindici partite, come solo la Juventus è stata in grado di fare in quattro circostanze. «Il più 8 in classifica non modifica il nostro atteggiamento. Facciamo sempre le stesse cose, al di là di ciò che gira attorno a noi. Il nostro obiettivo quotidiano non cambia e quello che succede sugli altri campi non possiamo determinarlo. Noi vogliamo i tre punti e poi se una delle grandi non vince ci fa anche piacere. Per qualsiasi altro discorso, è ancora presto comunque: mancano 72 punti alla fine...». E in questo pazzo pazzo campionato c’è ormai dell’altro, come suggerisce la classifica con tutti gli accadimenti più recenti che Spalletti osserva con distacco: « È tornata la serie A, un gran bel campionato».  

LE SORELLE. Napoli primo, Lazio e Milan alle spalle, la Juventus subito dietro, Inter e Atalanta lievemente staccata, Roma un filino più in là: messe così, sembrerebbero sette sorelle , con distacchi inaspettati, ragionevoli o anche no, e comunque c’è la sintesi di un romanzone che in quindici pagine consuma una robusta ouverture e poi, da gennaio in poi, svelerà una trama sulla quale Spalletti non sistema autografi, né previsioni. «Perché le difficoltà di questa gara io le conosco e dovrebbero esserne a conoscenza tutti: basterebbe andare a guardare di cosa è stata capace la squadra di Sottil, battendo – per dirne due – Inter e Roma con punteggi anche larghi. Io Andrea lo conosco, l’ho allenato, si vedeva che sarebbe diventato forte come allenatore. E l’Udinese è bella: questo match non è una trappola ma un appuntamento complicato con un avversario di valore, assemblato da un club dove sanno fare calcio».

CHEESE. Ma a trentotto punti, dopo averne persa una sol a – in Champions – a Liverpool e aver tappezzato l’Italia e anche l’Europa di quel calcio abbagliante, ci sarà il sospetto, il timore o la paura che un giorno l’incantesimo possa rompersi o semplicemente si possano annebbiare le idee o magari dal nulla, dinnanzi a Spalletti, possa comparire un pericolo o un “ nemico ” imprevisto e imprevedibile? Sembra quasi Natale, anche se il sole scalda Castel Volturno, ma l’ultimo bagliore è al “ Maradona ” : «Ci saranno più di 50 .000 persone. Il boato dello stadio Maradona è come la borraccia lanciata al ciclista nel momento della salita difficile. Non penso a eventuali preoccupazioni future: ne parliamo se verranno. E comunque, nel caso, le affronteremmo con il sorriso del nostro gioco». 

Fonte: CdS

 

 

 

 

 

 

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