Una vita in Italia, con addosso la maglia del Napoli e anche quella dell’Udinese, ma per una stagione soltanto. Ecco perché la partita di oggi al Maradona José Luis Vidigal la vedrà con occhio particolare, anche se a distanza. Con gli scarpini al piede faceva il centrocampista, con in mano le redini della squadra, oggi invece fa il dirigente e anche il commentatore tv in Portogallo. «Ed ero proprio in diretta mentre il ct del Portogallo svelava i convocati per il prossimo Mondiale» racconta l’ex azzurro. Uno che conosce bene Spalletti, la famiglia Pozzo e che oggi farà da spettatore interessato all’ultima partita del 2022 prima della lunga sosta per le nazionali che andranno alla Coppa del Mondo. Coppa del Mondo in cui non ci sarà Mario Rui. «L‘ho scoperto proprio in diretta, commentando le scelte in tv. E devo dire che nessuno di noi se lo aspettava».
Nemmeno le ottime prestazioni di quest’anno hanno inciso?
«Fernando Santos ha scelto a prescindere, non si è lasciato convincere dal campo. Eppure gli altri non sono infallibili: capisco Nuno Mendes, ma Raphael Guerreiro non sta facendo benissimo. Anche i tifosi sono rimasti stupiti dalla scelta del ct».
Intanto, oggi si chiude la prima parte di stagione.
«Ha ragione Spalletti, sarà dura. Ma come saranno dure sempre le partite del campionato italiano da qui alla fine».
Lei conosce entrambe le squadre: da addetto ai lavori, si aspettava questa Udinese?
«Ha provato a partire forte a inizio stagione e ci è riuscita sfruttando l’effetto sorpresa. Credo siano una buona squadra e anche oggi al Maradona continueranno il loro percorso. Poi fuori casa riescono a fare sempre bene».
Un solo anno a Udine: il primo ricordo?
«Quello di una società che lavora sempre, tutto l’anno, e sempre bene. L’obiettivo che hanno a Udine è migliorarsi di stagione in stagione».
E il primo ricordo se le chiedo di Napoli?
«Il peso e la bellezza di quella maglia».
Anche in anni così complicati?
«Nonostante tutte le difficoltà che avevamo in quelle stagioni, Napoli fu un’esperienza bellissima. Ogni volta che andavi in campo sentivi sulle tue spalle la responsabilità di quella squadra, di quella gente che ti guardava e faceva il tifo per te. L’ho sempre detto: un calciatore professionista dovrebbe giocare almeno una stagione della sua carriera in azzurro per capire cosa voglia dire giocare nel Napoli».
Ha incrociato in passato anche Spalletti: come vivrà questo vantaggio in classifica? «Conoscendolo, sono certo che starà vietando ai suoi calciatori di dare un’occhiata alla classifica e al calendario».
Quattro stagioni nel centrocampo azzurro: quello di oggi le piace?
«Credo sia il reparto più decisivo che c’è a disposizione di Spalletti».
Anguissa-Lobotka-Zielinski: il suo preferito?
«Anguissa mi affascina, perché ai muscoli che sa far valere unisce anche la capacità di affondare in avanti. Ma è Lobotka il vero cervello, il calciatore che sta dimostrando di avere le qualità per dare ritmo a tutta la squadra e si integra a perfezione con il talento di Zielinski.
Kvara, invece, tornerà nel 2023.
«È un talento puro, mi ricorda il Leao visto l’anno scorso, un giocatore capace di incidere per lo scudetto».
Fonte: Il Mattino