Col cuore a metà, già quando andava in campo. E magari anche domani sera. «Non era mai facile per me giocare Atalanta-Napoli: tifoso azzurro ma con addosso la maglia dell’Atalanta» ricorda Guglielmo Stendardo, di professione difensore dal cuore napoletano e una lunga parte di carriera a Bergamo con il club di Percassi. Attualmente associato alla cattedra di Diritto sportivo alla Luiss e allenatore della quadra dell’Ateneo romano militante in Eccellenza.
Napoli e Atalanta per la vetta della Serie A a novembre: chi l’avrebbe detto in estate?
«In pochi. A modo loro sono due sorprese, ma se sono così in alto non è un caso».
C’è qualche parallelismo da fare tra il club di Percassi e quello di De Laurentiis?
«L’unico ingrediente che è alla base di entrambi i progetti è il lavoro: entrambe le società hanno lavorato tanto negli ultimi anni e hanno dato meriti ai propri allenatori, che stanno ricavando risultati eccezionali da squadre più giovani delle precedenti ma con le stesse ambizioni».
Gasperini-Spalletti è la sfida nella sfida?
«La sfida vera sarà in campo, anche perché sono le due squadre che giocano meglio in Italia. Nel caso del Napoli, anche in Europa».
Merito di Spalletti.
«Che è il miglior allenatore passato a Napoli nell’ultimo ventennio».
Anche più di Sarri?
«Quella squadra dei 91 punti era bellissima da vedere in campo, intendiamoci, ma secondo me sì. Per un motivo molto semplice: il Napoli di Spalletti – che è arrivato appena un anno fa – può ancora fare meglio di quanto già sta facendo».
La scelta migliore di Spalletti da quando è a Napoli?
«Aver riportato dalla sua parte la gente. Napoli e il Napoli ne hanno bisogno. E poi ha fatto un lavoro enorme: ha regalato identità alla squadra, ha valorizzato la rosa, tutti i calciatori chiamati in causa giocano in maniera incredibile».
I complimenti vanno anche a chi gli sta intorno?
«Soprattutto al club. A De Laurentiis, al suo staff: salutare i senatori come Mertens, Insigne e Koulibaly e scovare nuovi gioielli, giocare come stanno facendo, non era facile. Il risultato è incredibile. Ora bisognerebbe solo continuare così».
Lo scudetto è più credibile a Bergamo o a Napoli?
«Senza dubbio Napoli ne ha più bisogno. Manca da tanto, troppo tempo. E ha più credibilità: un’esperienza diversa, una rosa lunga. Conosco bene Percassi, per l’Atalanta la salvezza è l’obiettivo di ogni stagione. Sono persone umili ma sanno di poter puntare almeno all’Europa. Credo arriveranno tra le prime quattro o cinque posizioni».
Ma non avere l’Europa oggi sta aiutando Gasperini?
«Sì e lo aiuterà fino a fine stagione. Ma vedo una squadra già con meccanismi collaudati, possono fare bene fino alla fine puntando anche alla Champions League. Hanno puntato su nuovi calciatori che sono stati selezionati con attenzione, poi Gasp lo conosco bene, è uno che sa plasmare il materiale tecnico che ha».
Qual è l’avversaria più accreditata per lo scudetto?
«Milan e Inter se lo contenderanno con il Napoli. Che però dovrà essere bravo quando le cose andranno meno bene. E mi fido di Spalletti. Lo scorso anno seppe tenere sempre tutti sulla corda anche nel finale difficile: senza alibi ma con la voglia di rialzarsi».
Quale elemento può fare la differenza rispetto allo scorso anno?
«Bisognerà mantenere questo equilibrio per tutta la stagione. Non è facile, soprattutto in una piazza calda come Napoli, ma non è impossibile. La gente è già vicina alla squadra e sono convinto che resterà accanto ai calciatori anche nei momenti chiave di questa stagione».
Kim e Ostigard li segue da vicino: su chi punterebbe di più?
«Avevo seguito Ostigard già lo scorso anno, per me non è una sorpresa il suo rendimento. Ma Kim è impressionante: sta sostituendo Koulibaly come fosse la cosa più facile al mondo, è sempre pronto e concentrato, ha grande leadership. Una sorpresa continua».
Fonte: Il Mattino