Alle otto del mattino, nell’abbagliante luminosità d’una giornata soleggiata, Khvicha Kvaratskhelia s’è svegliato ed ha intuito che c’era qualcosa di strano, intorno a sé: aveva dormito bene, profondamente, portandosi appresso le fatiche di Anfield e – soprattutto – quelle d’un viaggio conclusosi quasi all’alba di mercoledì, alle cinque o giù di lì. E il giorno dopo, cioè ieri, quando ha aperto le serrande, ha scoperto che la macchina, la sua Mini Countryman color ghiaccio, non c’era più: sparita nelle tenebre, senza che si fosse accorto di nulla. Un giro di telefonate agli amici, un’altra in sede e poi, immediatamente, denuncia al commissariato di Polizia di Pozzuoli, il più vicino alla sua abitazione di Cuma, ma senza fare drammi, provando a restare cordialmente se stesso: a Castel Volturno, a quel punto, si poteva arrivare insieme a un compagno. Kvara non ha sentito e quindi non ha potuto fornire alcun indizio che, semmai fosse possibile, potrebbero arrivare dalle telecamere eventualmente piazzate intorno alla sua villetta a due piani: la macchina in serata è stata ritrovata, a Trentola Ducenta, una quarantina di chilometri da casa Kvara.
LA STANCHEZZA. A quell’ora, si dorme, non si fa la guardia alla macchina: il Napoli da Liverpool è rientrato tardissimo mercoledì, praticamente quando s’intravedevano le prime luci, e per arrivare rinfrescato a Bergamo (domani) gli è stato concesso un giorno di riposo. La ripresa di ieri Kvara l’ha dovuta affrontare diversamente, nel disagio momentaneo che comporta un furto in casa e ponendosi, tentando di evitare il pathos, una serie di domande: quanti erano? Sono entrati anche in casa? Ci penseranno gli inquirenti a scoprirlo, mentre Kvara ha potuto avvertire l’affetto dei compagni di squadra, quella della delegazione georgiana che l’ha festeggiato con il Sassuolo, quella dei tifosi che sui social si sono spesi (e in che modo!) per esprimergli simpatia e strappargli un sorriso, prima di sapere che la Mini tornava in suo possesso.
Fonte: CdS