Juan Jesus e Olivera, Ndombele ed Elmas, Raspadori e Simeone e Lozano (o Politano): il livello dei cambi s’è alzato, è cresciuta la panchina, che si è allargata e ora consente cinque cambi. È un altro calcio, pure in questo senso, come lo è rimettendo uno a fianco all’altro il Napoli di Sarri e quello di Spalletti: uno palleggiava anche molto orizzontale, preparando (principalmente ma non esclusivamente) lo sfondamento a sinistra; l’erede è padrone delle sfide, le orienta, pare persino plasmarle o indirizzarle. È un filo azzurro che lega due epoche, meravigliose da guardare, senza correre il rischio di accapigliarsi: lo spettacolo continua, ma l’emozione – maledizione – è racchiusa in quella nuvola di felicità che accompagna dentro al Pantheon. Chi vince, festeggia; chi perde, si dispera: nei secoli dei secoli, entrambi….
Fonte: CdS