E’ stato il più vincente dei portieri del Napoli con la Coppa Uefa dell’89 e lo scudetto del ’90. Ma Giuliano Giuliani, scomparso il 14 novembre del 1996 a soli 38 anni stroncato dall’Aids, è stato anche il calciatore più solo, con quello sguardo triste anche nei momenti di gioia. La sua storia breve e amara è stata raccontata da un suo tifoso, l’inviato del Corriere della Sera Paolo Tomaselli nel libro “Giuliano Giuliani, più solo di un portiere” (66ThA2ND, euro 16, pagg. 196). Nato a Roma, Giuliano aveva vissuto da bambino ad Arezzo perché i genitori si erano separati. La madre era andata a vivere in Germania dove fu strangolata dal suo compagno squilibrato. Un dramma profondissimo che aveva segnato il ragazzo. Nello spogliatoio di campioni che lo accolse a Napoli nell’88 il portiere viveva quasi in un angolo, secondo i ricordi di Luciano Moggi. La sua storia prese una piega ancor più drammatica in occasione del matrimonio di Maradona a Buenos Aires nel novembre dell’89. Per i compagni scapoli c’era di tutto e di più. Mesi dopo arrivò quella sentenza: Aids. Dove lo aveva contratto? In quei festini a Buenos Aires? Il rapporto col Napoli si chiuse due giorni dopo la conquista del secondo scudetto. Le ragioni furono soltanto calcistiche? Chiusa la carriera per un grave infortunio, Giuliani tentò di curarsi presso l’ospedale di Bologna, cercando di nascondere la malattia. Vi fu una società che gli affidò un incarico da osservatore. C’erano ex colleghi che non si avvicinavano a lui perché la voce dell’Aids circolava e questa fu la ferita più grande. Il libro di Tomaselli è l’omaggio a un uomo che ha sofferto troppo, lontano dai riflettori e alla fine fu schiacciato dal dolore.
IlMattino.it