Ci sono un norvegese, un polacco, un francese e poi c’è quel nigeriano, che è pure un po’ napoletano, che per completare i Fab Four del gol ha scelto di sistemarsi alle spalle del calcio in tutte le sue espressioni e lo ha arricchito di suo. C’è quel giovanotto, ventidue anni compiuti a luglio, che è appena costato un occhio della fronte del City: sessanta milioni di euro della clausola rescissoria, una vagonata di bonus per management e familiari e alla fine il tintinnio d’un centinaio di milioni complessivo per farne uno sceicco del gol. C’è quel “vecchietto”, così si dice, che a trentaquattro anni ha smosso il Gotha, ha salutato il Bayern e se n’è andato al Barcellona: quarantacinque milioni – e sembra cinque di bonus – per andare sull’usato sicurissimo, la fantascienza che scende in area di rigore. E poi c’è il francesino, dicono che ora abbia il mal di pancia, non ne voglia più sapere di stare al Psg nonostante abbia appena firmato il rinnovo fino al 2025, però vai a capire se è vero per uno che sembra guadagni 100 milioni di euro a stagione e ne abbia preso altri trecento alla firma: una Banca, a pensarci bene.
Victor Osimhen sta alle spalle di Haaland, Lewandowski e Mbappé, non dev’essere sgradevole sentirsi ai piedi del podio: tre gol al Sassuolo e sono diventati 8 in 731 minuti, la media di uno ogni 91′. Il norvegese va di fretta, ne fa uno ogni 57′; il polacco si esibisce ogni 77′ e il francesino, che pure ha una velocità supersonica, scappa a braccia aperte incontro al vento ogni 82′: è un’allegra compagnia, con cui divertire il calcio.
Fonte: CdS