Ovvero la vecchia corsa per recuperare energie. Il primo posto del Napoli è un distillato di una serie di indovinate combinazioni: giocatori tecnici e atleti muscolari, calciatori con un bel po’ di esperienza e talenti rampanti con tanto spazio ancora nella pancia. Una squadra che anche sabato ha mostrato di avere il gioco al centro di ogni cosa. Con gli attaccanti che non rischiano mai di finire in pasto alle difese ed i centrocampisti al potere. Quello che salta all’occhio è che il Napoli delle tredici vittorie consecutive è come un monolito, un grande centrocampo e un grande trio offensivo che fa tutto, copre, crea, segna. E corre, soprattutto. Ed è questo lo spirito del Napoli: collettivo, palleggio, qualità, corsa. Gli ultimi arrivati sono stati accolti come vecchi amici, i senatori, non li hanno mai visti come una minaccia. Lo scontro tra blocchi che spesso ostacola la coesione di una squadra, al Napoli non c’è stato. Domani a Liverpool per il Napoli non è un esame di maturità e Spalletti avrà le sue armi da spendere. Magari non potrà permettersi la partita perfetta del Maradona all’andata, ma in ogni caso potrà giocarsela guardando il Liverpool negli occhi.
Napoli, un monolito che guarderà il Liverpool negli occhi
Il segreto è correre tanto. Ma non solo: è anche esprimere qualità in velocità. C’è il preparatore Francesco Sinatti dietro questo miracolo agonistico e atletico. Mette sempre al centro di ogni cosa il pallone, ma senza rinunciare anche al vecchio lavoro cosiddetto a secco.
Il Mattino