“Il Mattino” vota gli azzurri: Mario Rui da nazionale, micidiale finto terzino come Di Lorenzo

“Maradoneggiano” tutti, magari Kvara più di tutti. C’è profumo di Diego nell’aria. E qui è sempre così quando il Pibe in una maniera o in un’altra

Victor Osimhen

aleggia sullo stadio. Questo Napoli quando ha il pallone è uno show: perché è un arrembaggio costante, tutto impeto e cuore. Impressionante la voglia del primo tempo, quando neppure per un momento gli azzurri pensano di dover razionare le forze in vista di Liverpool.

Mario Rui e Di Lorenzo sono due finti terzini, quando possono si gettano in campo e costruiscono come dei registi. Pinamonti, l’uomo che massacrò ad Empoli i sogni scudetto con una doppietta, prova a rovinare il pomeriggio.

 

Un po’ in difesa si sente come un rumore di qualcosa che non va, anche perché soprattutto Juan Jesus qualche volta sbadiglia. Ma sono dettagli insignificanti in un pomeriggio così.

 

MERET 7
Incerto su un lungo rinvio di Consigli ma è l’unico momento così. Poi legge il pensiero di Thorstvedt e toglie le castagne dal fuoco anche su Laurienté nel primo tempo: preciso nella ripresa, buon senso della posizione e salva più volte il risultato (bravo soprattutto su Frattesi al 60’). Alex c’è.

DI LORENZO 7
Il Magnifico è lui: anima azzurra nel primo tempo, quasi un altro regista, imposta bassissimo e fa girare tutta la manovra. Mostruoso nel raddoppio, essenziale nelle geometrie, suggerisce cross, fa assist: Laurienté avrebbe dovuto disturbarlo di più ma lui sconti non ne fa a nessuno.

KIM 6
Un po’ sbanda. Il Sassuolo grazia in un paio di circostanze e prima che il pomeriggio diventasse presto un felice viaggio di fantasia verso Liverpool, fa un po’ fatica a tamponare avversari e paura soprattutto tra il primo e il secondo gol del Napoli. Perfetto su Pinamonti, tempestivo e rapidissimo nelle chiusure.

JUAN JESUS 6,5
Pinamonti gli bazzica attorno, Laurienté è l’unico che sembra avere un minimo di tendenza poco masochista mentre gli altri sembrano altrove e quindi si fa vedere con un po’ di brio in area. Poi, però è disattento quando al 60’ Pinamonti gli spunta alle spalle. Nulla di tragico, ma le antenne vanno tenute dritte sempre.

MARIO RUI 7,5
Impressionante quando rientra, calcia col destro e maledice la traversa. Ma è altrettanto micidiale come se fosse la cosa più naturale al mondo scodellare l’assist del 3-0 per Kvara, come un Pirlo dei bei tempi. Ceide non lo vede mai. Un errore a inizio ripresa ma non è la playstation questa.

ANGUISSA 6
Troppo moscio in qualche contrasto, come quello che porta a Pinamonti a un passo dall’1-1. Il duello non è di poco conto con Thorstvedt e lui non pare essere in quei giorni in cui neppure con un panzer riesci a superarlo: prende pure qualche botta di troppo e dopo l’ultima Spalletti lo sostituisce.

LOBOTKA 7,5
È sempre tranquillo, può dare quasi lezioni di vita: può capitargli di tutto, lui non perde mai la sua flemma nel giocare il pallone esattamente come vuole: pressione ne ha costantemente, ma la bussola è sempre nelle sue mani. Maxime Lopez prova a dannarsi per fargli venire l’ansia. Ma è tutto inutile.

ZIELINSKI 6
Non è quello delle grandi praterie. Oltretutto gli capita un Frattesi che ogni tanto prende a parte e qualche piccolo grattacapo pure lo crea nella metà campo azzurro. Poco ispirato e quando è così, inutile attendersi il colpo di magia. Anche se è probabile che abbia compiti più tattici che tecnici vista l’imprevedibilità del Sassuolo.

LOZANO 6
Rogerio gli ruota attorno ma è: impossibile scoprire il messicano al risparmio, neppure stavolta si nega un pomeriggio di fatica mostruosa. Forse è meno brillante del solito, soprattutto in copertura, ma sono anni che corre come un pazzo. Fino alla fine tenta lo spunto, ma non è un giorno di gloria.

OSIMHEN 8
Non si nega mezzo metro di corsa neppure in copertura. Se un’azione importante si sviluppa, lui c’è. Magari di sponda, o di forza, o di possesso, o nel tiro a segno. È scatenato, è la gioia fatta pallone che con la tripletta si porta a casa. Ferrari ed Erlic non sanno neppure da dove cominciare per fermarlo.

KVARATSKHELIA 7,5
Maradoneggia con le solite ripartenze palla incollata e testa bassa, ma non c’è niente di inutile: preziosissimo nel far impazzire la difesa del Sassuolo. Gol, due assist. E poiché è Halloween, lui pensa bene di tramutarsi in una specie di fantasma può e spuntare a destra e a sinistra come se nulla fosse.

NDOMBELE 6
Non entra perché deve accumulare minuti ma perché serve qualcosa di diverso e più sostanzioso rispetto a quello che stava dando Anguissa: e anche perché nel frattempo il Sassuolo è cambiato, lui dà maggiore peso alla mediana. Di certo, non si fa sballottare, né scavalcare con semplicità.

ELMAS 5,5
Si ripiazza come vice Zielinski e non avendo il polacco esaltato chissà quanto nel primo tempo, la sua prova parte quasi in discesa. Eppure appare come affranto, pur trovandosi ormai un avversario in fase di disarmo. Opaco, non combattivo come gli altri. Non c’è bisogno di gettargli la croce, ma è apparso spaesato.

RASPADORI s.v.
È il giardino di casa, il Sassuolo. Lo ritrova al 70’ ancora sulla sinistra come mercoledì con i Rangers, stavolta con Osimhen da spalleggiare. In realtà spesso tende a piazzarsi alle spalle del nigeriano: prova il gol su calcio di punizione e poco altro. Chissà il cuore a quando andava per l’emozione.

ZANOLI s.v.
Lo si vede stringere su Traore che è un duello con vista sul futuro visto che assieme mettono assieme poco più di 40 anni. Poi a un certo punto prende e parte e fa tornare alla mente lo spunto di Bergamo con l’assist per Mertens. Il ragazzo si farà ma avere davanti Robocop non lo aiuta di certo.

DEMME s.v.
La festa è qui per tutti, tranne per lui, o almeno non adesso. La vita è una ruota che gira: ora deve aspettare che torni di nuovo il suo turno. Perché togliere minuti – il posto è impossibile – a Lobotka diventa un’impresa quasi titanica. Lui però non sembra patire le briciole che gli vengono concesse. Sa che è giusto così.

 

Fonte: Il Mattino

 

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