ESCLUSIVA – Salome Kvaratishvili (giorn.): “Il Napoli di Spalletti trasmette sicurezza. In Georgia si segue il calcio e non solo”

L'intervista ai nostri microfoni alla giornalista georgiana

Il Napoli di Spalletti al momento rappresenta l’essenza del calcio spettacolo, grazie al tecnico di Certaldo e ad un gruppo nuovo con tanta voglia di fare. Tra gli artefici anche il classe 2001 Kvicha Kvaratskelia che è uno dei colpi più importanti della storia del club azzurro. Ilnapolionline.com ha intervistato la giornalista georgiana Salome Kvaratishvili.

 

Ti vorrei chiedere per quale giornale scrivi e come nasce la tua passione per questa professione? “La mia avventura in giornalismo sportivo è iniziata quando avevo 14 anni. Ho intervistato lo zio di mia madre, ex portiere e poi allenatore. La mia intervista poi è stata pubblicata nel giornale della mia città in qui sono nata e cresciuta. Per una ragazza cresciuta in un paese devastato dalle guerre, lo sport è stato il punto di riferimento. Non potevo praticarlo, perchè sono cresciuta negli anni 90. Ho vissuto l’infanzia durante e dopo la guerra in Abkhazi e in Samachablo (la propaganda russa la chiama Ossetia del Sud). I russi ci hanno uccisi, ci hanno tolto la nostra terra. Quelli che siamo rimasti vivi ci hanno tolto l’infanzia. I ragazzi dalla mia generazione siamo cresciuti imparando essere forti e non arrendersi mai. Quel carattere tipico caucasico mi ha sempre salvato in giornalismo sportivo. Nonostante questo ho riuscito studiare e durante gli studi all’università ho lavorato con varie giornali. Attualmente collaboro con il giornale storico. Si chiama Lelo, come lo sport antichissimo in Georgia (somiglia tanto a Rugby). Il giornale esce dal 1934 e ha vissuto tutto insieme con il paese attraverso lo sport”.

Da quanto tempo vivi in Italia? “La mia avventura in Italia inizia dal 2011, quando sono iscritta all’Università degli Studi Roma Tre. Mi sentivo il dovere di andare lontano da casa. Sfidare me stessa e soprattutto crescere nel giornalismo sportivo. In questi anni ho seguito varie competizioni sportive ma soprattutto ho vissuto tutto insieme con le squadre romane. Avevo 22 anni quando ho riuscito creare il campionato tra le giornaliste sportive. Il mini torneo è stato finanziato e sostenuto dalla Federcalcio georgiano. In quel modo volevo aiutare al calcio femminile. Lo slogan del torneo è stato “unisciti”. Sto sempre a distruggere gli stereotipi. La donna in giornalismo sportivo non è il pericolo. Che noi possiamo essere in altezza di fare il lavoro tale gli uomini. Oltre le 3 lauree in giornalismo ho ottenuto il certificato da allenatrice livello C. Purtroppo sul campo professionale le donne servono dimostrare di più, rispetto gli uomini”.

Da quando Kvaratskelia gioca nel Napoli, la comunità georgiana in Italia è aumentata. Sai quante ce ne sono in tutto? “Non saprei esattamente il numero dei georgiani presenti in Italia. Ma posso assicurarvi che dopo che Kvara è arrivato in Italia, loro si sentono quel dovere di dimostrare il loro affetto verso il ragazzo. Praticamente circa 4 milioni di georgiani sono diventati tifosi di Napoli in un giorno. Vedete anche voi la loro numerosa presenza allo stadio. Conosco i gruppi delle persone chi seguono ogni partita allo stadio di Maradona. E’ inspiegabile quello che loro provano verso un ragazzo per loro sconosciuto. Quest’anno in seria A abbiamo anche un altro ragazzo, Luka Lochoshvili, chiamato come il muro georgiano. Lui gioca per Cremonese e dimostra la sua bravura in ogni partita”.

Restando su Kvaratskelia fuori dal campo com’è a livello di persona e non solo? ” Essendo giornalista sportiva  mantengo sempre la distanza con gli atleti. Preferisco sempre di non permettermi avere un rapporto amichevole oltre il mio dovere professionale. Sia dopo l’intervista o qualsiasi commento ottenuto in mix zona per me l’incontro con atleta finisce lì. Faccio la stessa anche con Kvara. Il ragazzo si deve concentrare sul calcio. Io preferisco seguirlo dalla tribuna stampa. Lui è un ragazzo umile, molto rispettoso. Ovviamente piace Napoli ed ringrazia a tutti per quel affetto che dimostrano. Ripeto, il ragazzo ha la missione molto importante da fare: con il suo gioco magico regalare la felicita a tutti”.

In Georgia come si vive lo sport e ora in modo il calcio con la presenza di due connazionali in Italia? “In Georgia lo sport è amato da tutti. Storicamente siamo veramente forti nella lotta. Anche la storia della Georgia è il richiamo di tutto questo. Se fatte la ricerca del calcio in epoca sovietica vedete anche voi quanto erano forti i georgiani. Mi basterebbe anche nominare alcuni: Mikheil Meskhi, Slava Metreveli, Davit Kipiani o tanti altri. Perchè non ci conoscono in Europa? Dall’occupante abbiamo ottenuto l’indipendenza 30 anni fa. Questi 30 anni abbiamo passato in guerra e i russi sportano i nostri confini anche oggi. Credetemi in un paese con questa storia non è facile trovare l’equilibrio. Ecco, ci lottiamo per la liberta anche oggi”.

Quest’anno sei spesso in Tribuna stampa per le partite del Napoli. Cosa ammiri degli azzurri allenati da Luciano Spalletti? ” Finora la squadra di mister Luciano Spalletti mi fa sentire la sicurezza. Questi ragazzi stanno scrivendo la storia in ogni partita. Ognuno di loro è importante. Spesso sento quello che dicono in giro che Spalletti non è in grado di far vincere lo scudetto. Secondo me, stavolta lui si deve impegnare veramente per non vincere il campionato. Perchè ha la fortuna di allenare i ragazzi cosi determinati e pronti per entrare nella storia della squadra e della città di Napoli”.

Infine tra mamma, fidanzata e non solo, quanti seguono le gare di Kvara in maglia azzurra? “Kvara è circondato dai famigliari e spesso vengono anche i suoi amici per vedere la partita e ovviamente visitare la città. Napoli è una città che ti sorprende, che ti racconta e che ti emoziona ogni volta che ci torni. Parlando con alcuni di loro spesso sento gli stessi sentimenti, quello che provo io”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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