Nel corso di Radio CrC, durante la trasmissione “Si Gonfia la Rete”, condotto da Raffaele Auriemma, è intervenuto il legale del calcio Napoli Mattia Grassani. “Il ricorso di Allan? Il tribunale del lavoro di Napoli ha certificato che quanto riportato, in merito alla multa, è tutto dimostrato e vero per questo ha respinto il ricorso. La domanda di Allan era nullità del lodo arbitrale, passando dai 170 mila a 0, e alla fine sono rimasti i 170 mila. Quella sera dentro lo spogliatoio ci furono comportamenti del tutto inappropriati, quello di Allan il più grave di tutti. Quello che emerso nell’arbitrato, in maniera approfondita dopo molti testimoni, è che c’è una spaccata insubordinazione collettiva capeggiata da Allan, che si fece portatore di una carica aggressiva e violenta contro il vice presidente Edo De Laurentiis. Il tribunale ha certificato che l’obiettivo di Allan era caricare fisicamente il vicepresidente, venne fermato poi dal direttore Giuntoli. C’è quella frase, veramente volgare e grave, che disprezza la società: “devi dire a tuo padre che i 100 mila euro ve li potete mettere a quel posto. Non perderemo un giorno per agire, il calciatore ha fatto sapere che quella cifra difficilmente la vorrà pagare. Siamo pronti a partire per Dubai e se ci sarà qualcosa da pignorare non ci fermeremo, perché atteggiamenti come questi vanno perseguiti altrimenti questi personaggi non capiranno mai cosa sia il rispetto e il riconoscimento di chi ti ha dato tanto. La società si attiverà per pignorare tutto ciò che è riconducibile ad Allan. Il procedimento arbitrale dei casi già definiti: Maksimovic, Hysaj e Allan, ha sancito che la squadra aveva correttamente indetto un ritiro per raggiungere migliori obiettivi. Quel ritiro non era punitivo. Avere in rosa giocatori con cui c’è ancora un qualcosa in corso non avrebbe aiutato. Ci sono altri arbitrati pendenti come Insigne, Ospina, Fabian e aspettiamo Koulibaly. È ovvio che se questi giocatori fossero ancora in squadra sarebbe difficile allenarsi e andare poi qualche settimana dopo in tribunale. La scelta del presidente è stata una scelta di armonia, i fatti post Salisburgo testimoniano come di armonia non ce ne fosse tanta”.
La Redazione