Chiamiamolo pure Napoli 2, perchè ha sei volti nuovi rispetto all’Olimpico di Roma, ma è il parente strettissimo del Napoli-1 e non certo un surrogato. All’undicesimo, quando Giovanni Simeone, in teoria e nelle gerarchie il “terzo” centravanti, apparecchia
Ma il Napoli non è “semplicemente” la più alta espressione del calcio moderno, perché in una serata incantevole Spalletti celebra il cosiddetto “gregariato”, figure nobili costrette al sacrificio fisico estremo per le stelle: e il Napoli diventa del professor Mario Rui o del ciclopico norvegese Ostigard, dell’imponente Ndombele o della “leggerezza” di Elmas (che vengono invertiti come mezze ali), d’un tridente tutto nuovo e inedito che tra Politano, Simeone e Raspadori non offre centimetri ma eleganza.
Fonte: CdS