È infastidito dai tanti allenatori che dopo una sconfitta non parlano dei meriti del Napoli? E a Mou vuole rispondere dopo 48 ore? «Non guardo quello che dicono gli altri, non penso a quello che fanno gli altri. Dobbiamo avere un modo nostro di fare calcio perché poi, è vero che siamo primi, ma quello che diventa importante è essere primi per i nostri tifosi. Conta più di ogni altra cosa. È un orgoglio averli riconquistati. Abbiamo il dovere di essere primi per loro, per rappresentarli al massimo. Non vado a rispondere a uno come Mourinho che ha una storia totalmente differente dalla mia e se dice qualcosa devo stare attento a quello che ha detto per capire anche altre cose… Siamo contenti di quello che stiamo facendo e questo ci riempie di gioia pensando ai nostri tifosi».
Spalletti: “Non faccio turnover, scelgo per vincere la partita”
«L’urlo The Champions del Maradona è un copyright tutto nostro, rappresenta l’eruzione dell’amore dei napoletani per questo sport», dice il buon Spalletti leggendo l’appunto scritto sul suo foglietto.
Spalletti, che Napoli c’è da aspettarsi in questa notte di Champions? «Ci saranno dei cambi, perché la mia rosa è di livello e consente di farlo. Poi proveremo a dare il massimo per vincere la partita, altrimenti significherebbe non avere il Dna dei vincenti. Vincere è fondamentale per arrivare allo scontro di Liverpool con 15 punti in classifica e poi provare a vincere il girone sfruttando anche la differenza reti a nostro favore. Il nostro primo posto passa per la gara con i Rangers».
A che punto è la crescita del Napoli? «Siamo a buon livello, almeno tenendo conto di quello che abbiamo visto fino ad ora. Non siamo mai stati messi finora in seria difficoltà dalle partite e dagli avversari. Diventa fondamentale che non ci dobbiamo soffermare su quello che siamo riusciti a fare, ma vogliamo trovare una soluzione per quello che possiamo diventare. Noi vogliamo essere sempre più bravi, vogliamo andare sempre in cerca di soluzioni nuove. Poi ci sono calciatori che ogni tanto tirano fuori pezzi superiori alla media come giocate, come il gol di domenica di Osimhen. Pezzi che fanno parte della storia del calcio».
Per i cori dell’Olimpico la Roma ha rimediato una multa. Si può fare qualcosa per abbattere questo clima? «Togliere sempre più barriere. Proverei a far entrare i tifosi in uno stadio senza recinzione e vedere cosa fanno perché a volte è il recinto che ti stimola a vedere cosa c’è di là. Bisogna riuscire a mettere in risalto anche le migliaia di persone che amano questo sport e non evidenziare gli imbecilli. Che sono quelli che fanno casino, sono una minoranza e vanno buttati fuori. Ma serve altro: modernizzare gli stadi».
I Rangers sono ultimi in classifica. Sembra una gara facile? «Ho guardato bene le loro ultime partite e vi ho trovato molte cose fatte bene. Van Bronckhorst è un allenatore di qualità, di livello, sa bene trovare bene le soluzioni per ciò che gli serve. Nell’ultima in Champions contro il Liverpool alla fine del primo tempo stavano 1-1 e avevano avuto occasioni gol nette (poi sono crollati sotto una valanga di sette reti, ndr). Pensare di trovarci davanti una squadra facilmente abbordabile è un errore che non commetteremo. Metteremo il massimo, andremo a mettere il meglio di noi anche in questa partita, altrimenti significherebbe non avere il Dna dei vincenti».
Soddisfatto di come sta rispondendo Ndombele? «Certo che lo sono, altrimenti non lo avrei fatto giocare per due volte… Anguissa? Certo, è convocato».
Il Mattino