E’ notte fonda, la partita è alle spalle. Prima di salire sul treno che lo riporta a Napoli, quasi senza farsi notare,
Juan Jesus arriva fino a un gruppetto di senzatetto accampato alla stazione Termini. Non fa gesti plateali: ha due buste in mano, probabilmente piene di cibo. E le appoggia vicino a uno dei tanti giacigli. Un gesto semplice, che classifica il campione e l’uomo. Niente condivisione sui social, il bene si fa e basta. E non è pubblicità,
è sensibilità, è pura e semplice umanità. E se non fosse stato per una ripresa video di un tifoso che era lì per applaudire la propria squadra del cuore, sarebbe passata persino inosservata.
Ma non è giusto non dargli risalto. Forse non ha neppure così piacere che si sappia. Ma quelli del Napoli sono così: lo faceva Mertens, lo facevano Ghoulam e Koulibaly. Sempre in punta di piedi. Ma a volte è giusto che si sappia, il personaggio famoso e amato può trascinare gli altri. E sono sempre di più, sono tantissimi. Osimhen ha utilizzato i social per un appello ed è riuscito ad aiutare una ragazza nigeriana, Zielinski ha aperto due case-famiglia in Polonia. Anguissa non nasconde di inviare qualsiasi genere di aiuto ai ragazzi della sua terra, in Camerun. E poi tutti gli altri. E ora questo gesto di Juan Jesus. Non è retorica. Questi gesti fanno bene.