Quando i fumi della doccia non hanno ancora portato via la felicità, Matteo Politano sta già smanettando sullo smartphone, perché l’adrenalina spinge a raccontarsi. «Ci sono vittorie che valgono più di tre punti, vittorie come queste».
Ci sono storie che nell’Olimpico sono nate e rinate e mentre ormai è finita e la classifica dice ancora Napoli, Spalletti vive come Politano un’altra vita, pure questa abbagliante, piena di sé, del suo calcio, del suo passato che ricompare d’incanto, al minuto 35′ della ripresa d’una partita strana, sporca e anche perfida il giusto, ma da assaporare per averla (forse) immaginata così: resistenza per un po’ e padronanza per quell’altro po’, ciò ch’emerge quando il copione viene assecondato nella sua diversità. «Stavolta siamo stati bravi a vincerla con atteggiamento differente, proprio come volevamo. Era quello che bisognava fare, contro una squadra forte nell’interdizione e capace di lanciare pallate sulle loro punte. C’è soddisfazione perché avevamo pensato di vincerla così. Dovevamo saper sfruttare le poche occasioni che ci sarebbero state concesse. Per fare questo, bisogna evitare le trappole che ci avevano preparato, il campo ne era pieno, e magari anche sbagliando qualche appoggio di più».
DUE ANIME. Dalla Grande Bellezza all’Enorme Perfidia in fin dei conti è un attimo: perché il Napoli se l’è disegnata proprio così la sua serata romana, attesa e diabolica costruzione, guardandosi le spalle e però pure dando un’occhiata avanti, eh sì, per far del male. «Ma abbiamo mantenuto un ordine che non ha consentito alla Roma di giocare secondo la propria natura. E Osimhen si è inventato un pezzo di bravura da giocate top, quale lui è. Ma cinque minuti prima, aveva rappresentato un pezzo che non appartiene al suo repertorio. Io ho visto Victor cresciuto, anche nei momenti in cui c’era da pulire palloni un po’ sporchi. Ha aspettato il compagno a sostegno, ci ha permesso di sviluppare quello che pensavamo fosse giusto».
ZERO TIRI. Dietro una squadra che segna ovunque e che arrivata a quarantatré reti, c’è però dell’altro: c’è una difesa che non concede nulla, zero tiri in porta alla Roma (alla Roma!), e che non solo soffoca le punte ma anche le illusioni di una delle avversarie più temibili in una stagione marchiata stavolta a fuoco. 2-1 all’Olimpico con la Lazio, 2-1 a San Siro con il Milan, 1-0 poi sempre all’Olimpico e con la Roma lasciandole nulla in chiave offensiva, se non il tormento di trovare angoli di passaggio inesistenti. «Kim ha una grande forza fisica, ricorda i difensori di una volta. E vanno fatto gli applausi a tutti. Kim e Juan Jesus sono stati maestosi».
LA LOTTA. Napoli primo, e mica era facile uscire da capolista solitario anche dall’Olimpico, poi Milan a tre punti, la Lazio e l’Atalanta a cinque…. Questo è uno strappo che una squadra ricca di calcio e di capacità intellettive, imprime alla stagione che resta aperta, perché Spalletti ha ben chiaro che il pericolo è ovunque. «Sulla qualità bisogna però mettersi d’accordo. Noi abbiamo qualità ma anche anche altri ce l’hanno: ce l’ha l’Inter, ce l’ha il Milan, ce l’ha la Juventus, ce l’hanno Roma e Lazio».
Fonte: CdS