Un gol, bellissimo. E’ stupenda la rete di Osimhen, ricorda quelle realizzati dai grandi del passato. Qualcosa che incanta un Olimpico pieno zeppo di passione giallorossa. È il terzo gol che segna da quando è tornato, uno show continuo. Un cannibale dell’area di rigore, spietato come pochi altri. Mister 140 milioni conferma il suo valore. Tutto quello che fa è rapido e leggero. Arriva prima degli altri e riesce di nuovo a saltare l’avversario. In più c’è la voglia di mordere ogni zolla, di trasformare ogni traiettoria a proprio vantaggio, comprese le palle vaganti oppure quelle che sembrano inutili o perdute. Come nell’azione del gol, che comincia con Osimhen che si avventa su Smalling e gli sradica quasi il fiato e finisce con il tiro secco che riempie la rete. Il numero 9 del Napoli sa di avere realizzato un gol di quelli che resteranno, e il suo urlo verso la porzione dello stadio dove ci sono i pochi tifosi azzurri fa impressione, lo si sente nitidamente, come se Victor fosse solo lì in mezzo e in un certo senso è così. In quel bolide c’è dentro un mondo, in quel diagonale c’è l’ essenza del calcio, ossia arrivare al gol nel tempo più breve e nel modo più semplice (dove la semplicità è compiere il movimento più redditizio, non per forza quello più facile) ma facendo sussultare il cuore di chi guarda. C’è l’ acrobazia mutuata dal cinismo e c’è l’estro selvaggio che può agitare solo uno come lui.
Fonte: Il Mattino