Il Napoli vince all’Olimpico contro la Roma per 0-1 e consolida il primo posto in classifica. Nel primo tempo da segnalare un paio di conclusioni da fuori di Zielinski e Lozano, entrambe parate a terra da Rui Patricio. Il portiere dei giallorossi ad inizio ripresa fa un’ottima parata sul messicano. I giallorossi giocano di rimessa, senza mai impensierire Meret. Osimhen nel finale però sale in cattedra. Prima spreca il gol del vantaggio, ma poi si inventa il gol del successo che al volo Rui Patricio. Con questi tre punti gli azzurri salgono a 29 punti ed ora testa ai Glasgow Rangers. Solo Olivera sotto la sufficienza, soffrendo a tratti Zaniolo e poco incisivo in attacco.
Meret 6 – Biglietto omaggio, stando sul palcoscenico come attore non protagonista. E’ sveglio nell’anticipare il traversone di Zaniolo, diabolico assai, uno di quei palloni sui quali hai solo qualcosa da perdere.
Di Lorenzo 7 – Costringe Spinazzola a perdere centimetri, perché all’esterno di Spalletti piace andare, anche se stavolta con indiscutibile giudizio. Ma poi entra dentro, sposta la sua azione, sa come accompagnare Lozano e Politano, affinché non si sentano mai soli.
Kim 7 – Un gigante, ma in tutti i sensi. A volte fa tutto da solo, come se bastasse lui. Poi esagera (3’ st) e per poco Abraham. E’ l’unica leggerezza in una serata dominante non solo per quel fisico travolgente ma per la capacità di assorbire qualsiasi giocata.
Juan Jesus 6,5 – Il suo interlocutore è Zaniolo, senza se e senza ma: è un lavoraccio ma qualcuno deve pur farlo. E diventa il più pericoloso (17’ st) ma calciando da difensore. Però sta nella linea, la segue, non si smarrisce, non ha quasi bisogno di aiuto.
Olivera 5,5 – Avrebbe la possibilità di attaccare e si perde in quegli spazi che potrebbe aggredire, perché Karsdorp ha i suoi problemi con Kvara. Il giallo è di chi è entrato in difficoltà ma ha la forza di resistere.
Ndombele 6 – Finisce per diventare il riferimento difensivo, il centrocampo a due ha bisogno della sua muscolarità. Con Camara è scontro tra quadricipiti che fanno scintille. Esce perché s’è caricato addosso di una fatica che demolisce anche un uomo tutto d’un pezzo.
Elmas (12’ st) 6 – Serve per adeguare il centrocampo e la sua natura induce a sistemarsi a tre. E’ vibrante, subito, perché certe occasioni non vanno sprecate.
Lobotka 6,5 – Non ha possibilità di ragionare, non gliela offre Pellegrini, che è il suo secondino. Ma sa uscire dal traffico ed addomesticare palloni perfidi. E’ la zattera comunque.
Zielinski 6 – Il primo squillo della partita (27’) per farsi notare, dopo essersi sacrificato. Un allungo che spacca la Roma, una serie di errori che sono rarità.
Gaetano (30’ st) 6 – Il bambino, si fa per dire, ha le spalle larghe, e Spalletti si fida di lui: lo butta nel mischione a partita aperta, la affronta con spavalderia.
Lozano 6,5 – Fa male, dopo aver perso 45’ a brontolare. Ma è lui che chiama Rui Patricio al miracolo; è lui che manda Osimhen al tu per tu con il portiere giallorosso. E’ lui che quando accelera, stavolta, sembra sfugga al controllo degli autovelox.
Politano (30’ st) 6,5 – Basta e avanza quella genialata, collo-interno a girare per arrivare sino a Osimhen. Perché il calcio è (anche) questo: un colpo di teatro o una giocata intelligente.
Osimhen 7,5 – Ha la palla che può valere una serata di gloria (25’), la lavora bene sul breve, la sparacchia fuori e si dispera (giustamente). Sembra debba andare a sbattere sistematicamente contro Smalling e invece ruba tempo e spazio e poi quasi senza angolo, lo trova.
Kvaratskhelia 6 – Persino in una partita in cui c’è poco, riesce a intrufolare qualcosa. Tracce di bellezza.
A. Giordano (Cds)