In Roma-Napoli non si sfidano solo due squadre, ma soprattutto due modi di intendere il calcio ed esprimerlo sul campo. Da un lato abbiamo un gioco che proverà a spezzare il ritmo del Napoli e a ripartire sfruttando la velocità, dall’altro avremo una qualità di palleggio e una fase offensiva guidata da almeno 6 giocatori. Mourinho contro Spalletti è il primo duello che vedrà una sfida in cui saranno moltissimi quelli sul campo: se la sfida tra Kvaratskhelia, Zalewski e Mancini sembra intrigante, non è da meno il rebus per limitare Lobotka, con una marcatura a uomo come unica opzione. Abbiamo poi Zaniolo, talento purissimo ma che si lascia prendere troppo dal nervosismo e potrebbe avvantaggiarsi della mancanza di Rrahmani, uno che ha fatto della prontezza di intervento una delle sue caratteristiche principali e che Juan Jesus ha un po’ perso con gli anni. Poi, mancano Wijanldum e Anguissa, assenze che avvantaggiano entrambe le squadre, perché è vero che la Roma non ha dribblatori rapidi a centrocampo, ma la mancanza di uno dinamico come il camerunense potrebbe rendere più semplice la partita di Matic e Cristante. Insomma, saranno molti i duelli decisivi, ma anche i subentrati dove troviamo Osimhen, Simeone, Politano tra il Napoli e Belotti nella Roma. Due rose diverse per qualità e profondità, una orfana di Dybala, l’altra con molte frecce al proprio arco.
Fonte: Corriere dello Sport