Spallettone torna domenica all’Olimpico, la vecchia casa dove ascoltò gli insulti più duri quando vi fu lo scontro frontale con Totti, per dare una spallata a Mou e alla Roma. Spallettone: così lo Special One chiamò il collega del Napoli in una diretta televisiva un anno fa, poco prima che le loro squadre si sfidassero. Finì pari (0-0), come nella partita al Maradona (1-1).
Era metà aprile, quel periodo grigio in cui gli azzurri – dopo aver vinto a Bergamo – raccolsero soltanto un punto, contro i giallorossi, in 270 minuti e uscirono dalla lotta scudetto.
La rotazione che Spalletti applica consente di sfruttare tutte le risorse e questo può attenuare la malinconia di chi ha trovato meno spazio rispetto a un compagno. Si è riaccesa la luce di Osimhen, che sembra più forte nella testa. Combatte in campo ma non litiga più né con gli arbitri né con gli avversari. Una maggiore maturità che aiuta Victor e il Napoli, che si esalta con il turnover. Nelle fasi contorte di una partita c’è sempre una mossa che Spalletti trova per vivacizzare la manovra e assicurarsi il successo. Questo esaltante percorso è stato avviato dalla società con le operazioni di mercato e altre ne sono in cantiere per dare sostanza al progetto di una squadra concretamente ambiziosa. Dopo la riconferma di Meret, il prossimo passaggio sarà il rinnovo di Lobotka, uno dei grandi idoli del Maradona: che applausi dai cinquantamila quando il tecnico lo ha richiamato in panchina domenica scorsa.
Non c’è solo Mago Kvara ad occupare la scena anche se il georgiano è davvero speciale. Si allunga la lista di dirigenti e allenatori che lo avrebbero voluto nelle loro squadre: adesso si parla della Juve ai tempi di Sarri dopo il Milan che si interessò otto mesi prima che il direttore sportivo Giuntoli sferrasse il colpo decisivo. Una delle operazioni, quell’investimento da 10 milioni, che resteranno nella storia del mercato. È poesia il calcio di Kvaratskhelia, è ciò che sogniamo di vivere lontano dai tatticismi esasperati. Non si risparmia mai nella lotta con il difensore che lo affronta sulla fascia sinistra e riesce a trovare lo spunto, come è accaduto con l’assist per Osimhen decisivo nella partita contro il Bologna. Ieri sera a Parigi è stato assegnato il Pallone d’oro a Benzema, il 34enne bomber che ha trascinato il Real Madrid alla conquista di Liga e Champions. Kvaratskhelia è un ragazzo che realizza i suoi sogni. Voleva giocare in Champions ed è stato protagonista nelle prime quattro partite del girone. Il Pallone d’oro? La strada verso il trofeo che si assegna al più bravo d’Europa può essere lunga ma non impossibile per chi ha un talento simile. F. De Luca (Il Mattino)