Luciano Spalletti a Napoli sogna di riuscire in quello che non è riuscito all’Olimpico: vincere lo scudetto. Motivo per cui non si farà di certo assalire dalla tentazione della nostalgia. Importa la vittoria in palio domenica sera. Perché questa gara con la Roma è oggi, solo oggi. Per la prima volta nella sua testa non ci sarà solo l’ossessione del passato, di Totti, degli 87 punti nell’anno dell’addio del Pupone, dei tanti secondi posti. No, i sobbalzi dell’anima riguarderanno solo la possibilità di volare più alto, di inseguire il sogno dello scudetto. Roma è stata sua città, ora è Napoli la sua città, il suo posto dell’anima. Se lì a Roma è stato un reietto, qui adesso è uno degli idoli. Dove ha gestito in maniera perfetta altri addii eccellenti come quelli di Mertens e Insigne ma in maniera indolore, quasi con l’anestesia totale. Non è una partita normale, ma ci arriva dopo giorni belli, gonfi di vittorie e pieni zeppi di felicità. E dove sa che comunque vada a finire non ci saranno drammi da vivere.
Il Mattino