Pennac “scopre” Maradona: è un sentimento, perciò non muore

Daniel Pennac, il papà di Malaussène, si trovava a Napoli il 25 novembre di due anni fa, il giorno della morte di Maradona. Non sapeva niente di calcio e niente di lui, ma tutti quelli che conosceva, quel giorno, piangevano «come Maddalene». Allora prese a chiedersi da dove nascesse quell’incantamento che aveva avvinto per sempre al Pibe de oro il cuore dei napoletani e dei suoi tanti fedeli sparsi per il mondo. E da lì cominciò una specie d’indagine sugli effetti emotivi del mito di Diego sulla gente che lo avrebbe portato prima allo spettacolo «Daniel Pennac: ho visto Maradona!» e poi a un documentario dallo stesso titolo, con la regia di Ximo Solano: per «trasformare la commozione, il dolore e la tristezza di milioni di persone in creazione».
Il film prodotto da Sardina Toné Franché, Samarcanda e Feltrinelli Real Cinema, presentato ieri alla Festa di Roma, vede la macchina da presa di Solano segue Pennac che chiede, parla, indaga tra la gente, seguendo le tracce di un innamoramento misterioso e tenace, cercando di capire il perché dell’ amore, scoprendo con lo stupore del neofita che a Napoli Maradona è dappertutto, nei murales, nei negozi di presepi a San Gregorio Armeno, sulla facciata dei palazzi di Secondigliano e sulle bancarelle di via Toledo. Venerato come San Gennaro, ribollente come il suo sangue. Vivo. Pennac riconosce nel Pibe la genialità della «poesia fisica» e la grazia danzante di un artista («è come Pina Bausch»), nonché una caratteristica comune a Malaussène. Come il suo personaggio più famoso, Diego è stato inconsapevolmente un capro espiatorio. Tra prove e incontri lo spettacolo si compone fino ad arrivare alla sua forma definitiva. Che cosa desideri, Diego? chiede un attore al piccolo Giuseppe che interpreta Maradona bambino sul palco: «Che non finisca mai l’amore che mi fa vivere». Nel suo vagabondaggio tra la gente e le strade di Napoli alla fine Pennac ha scoperto quello che i napoletani sanno da sempre: che Maradona è un sentimento. E i veri sentimenti, semplicemente, non muoiono.
Il Mattino
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