In un’ipotetica classifica delle cose più difficili da fare negli ultimi due mesi sul podio ci sono queste. Imparare a scrivere e pronunciare il nome di Khvicha Kvaratskhelia, riuscire a marcarlo. Il georgiano è atterrato sul pianeta Napoli, si è presentato in ritiro in sordina, poi alla prima partita di campionato, ha fatto registrare il picco di calore in un torrido Ferragosto. E i tifosi azzurri già pendono dalle sue labbra, anzi dalle sue gambe che sono forti e robuste. Senza Osimhen si è caricato la squadra sulle spalle e l’ha traghettata serenamente al primo posto in serie A e agli ottavi di Champions con due turni di anticipo. Roba mai vista da queste parti. E allora non è stato difficile dare il via alla «Kvaramania».
Lo sanno bene i ragazzi di «SanMeme che per gioco si sono inventati un vero e proprio santino con l’immagine di Kvara che esulta dopo il gol di Verona. «Ovunque proteggimi». Della stessa serie ci sono anche i santini di tantissimi altri azzurri come Mario Rui, Anguissa e una special edition per il passato con Dries Mertens. «Ma il più venduto è Kvara». Ma non è tutto. Nelle vetrine di Napolimania è spuntata una versione inedita dell’attaccante georgiano. Basco di ordinanza e faccia fiera, così è nata l’immagine di «Che Kvara». Spiega Enrico Durazzo «Una sera ero a casa e ho visto l’immagine di Che Guevara che avevo già utilizzato in passato e a quel punto l’idea mi è piaciuta». Ora, però è arrivato il momento di Kvaradona, Kvaravaggio e chi più ne ha più ne metta. Perché una cosa è certa: a Napoli è scoppiata la Kvaramania e tutti hanno anche imparato il suo nome.
Il Mattino