Un padre che parla della figlia morta nel grembo. Qui c’è solo Lorenzo Insigne che racconta il lutto che tutti hanno voluto tenere riservato, l’uomo che fa un dribbling sul campione. L’uomo davanti a tutti. È lui che ha deciso di rendere pubblico la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Ne ha sentito, probabilmente, l’esigenza. Perché ogni parola la rivolgiamo prima di tutto a noi stessi, siamo noi le persone a cui chiediamo conforto. E a Toronto, in una conferenza che doveva essere solo un arrivederci alla prossima stagione, l’ex capitano con la mano sul cuore e il cuore in mano, decide di confessare il suo lutto, il suo dolore che non va via. «Abbiamo attraversato delle settimane difficili per gravi problemi familiari perché abbiamo perso una bimba», dice in maniera sommessa, non certo per mettere in vetrina la propria sofferenza tenuta riservata, protetta da tutti. Pochi mesi dopo l’inizio della sua avventura a Toronto, ci si aspettava che il calciatore facesse un primo bilancio di questa esperienza. Ma l’attenzione si è subito spostata sul dramma familiare che lui e sua moglie, Jenny Darone, hanno vissuto nell’ultimo periodo. «Non tutti sanno quello che ci è accaduto, quindi faccio chiarezza io. Ho molta difficoltà a spiegare ciò che è capitato alla mia famiglia. Una grande perdita per me e mia moglie, ma cercheremo di restare uniti e andare avanti». Passano in secondo piano le questioni sportive, a chi volete che importi che il Toronto è finito in fondo alla classifica. «Abbiamo due figli più grandi e grazie a loro cercheremo di andare avanti. La figlia persa resterà per sempre nei nostri cuori». Nessuno della famiglia, neppure attraverso i social, si era lasciato sfuggire il lutto che brucia il cuore: qualche cuoricino ma nessuna frase o altro. C’è stata la massima attenzione da parte di tutti a non urtare la sensibilità del momento. Ne ha parlato lui per primo, quando se l’è sentita di farlo. Ovvero ieri. Dopo aver saltato qualche gara di Mls con la benedizione del suo club che ha compreso il momento. Anche Roberto Mancini ha spiegato che dietro la mancata convocazione del talento di Frattamaggiore con la Nazionale c’era «un problema personale». Il Napoli lo fece intuire con un post: «Cara Jenny, caro Lorenzo, tutta la famiglia del Napoli vi è vicina e vi abbraccia forte».
POCHE PARTITE
La sua avventura è stata breve, è iniziata a luglio e ora il campionato americano va in letargo perché iniziano i playoff dove i Toronto non si sono qualificati. Ne erano fuori prima che arrivasse Lorenzo e non c’è stata alcuna rimonta in queste settimane: «Arrivando qui in Canada, sapevo che sarebbe stata una fase di transizione difficile, ma l’anno prossimo inizieremo insieme e saremo uniti spiega Resteremo uniti, sarà una grande stagione. E già sappiamo che il prossimo anno vinceremo molte cose». Ecco il vecchio capitano azzurro. «Non avrei potuto prendere una decisione migliore che venire a Toronto». Ora ci sono altre priorità nella vita dell’uomo e della sua famiglia. Il pallone può rotolare lentamente altrove, piano piano. Poi dentro di sé c’è sempre l’affetto per il Napoli, magari pure un po’ di nostalgia, in fondo non c’è proprio nulla di male. «Sono molto contento di quello che stanno facendo, ho lasciato lì grandi compagni e un grande allenatore con cui ho avuto un grande rapporto. Sento il mister, qualche compagno quasi tutti i giorni: faccio loro i complimenti, stanno realizzando cose straordinarie. La gente di Napoli se lo merita, abbiamo sofferto tanto questi anni – ha proseguito Insigne – Noi siamo scaramantici, non dico nulla ma voglio solo che continuino così perché se lo meritano tanto. E spero che alla fine possa succedere qualcosa di importante». Il suo tifo per il Napoli è sincero, perché ha lasciato la squadra azzurra ma certo non è mai andato via con il cuore e con la testa. Non c’è partita del Napoli che non veda, nonostante il fuso orario. Come potrebbe dopo tutti questi anni vissuti nel club, i tanti gol fatti, i tanti sogni condivisi?
Pino Taormina (Il Mattino)