Lo dice il calcio stesso: è la prossima la partita che conta. E fa niente se voltandosi per un attimo e andando a scandagliare tra la memoria, a martedì 4 ottobre, cioè ieri, c’è una delle pagine più belle della storia del Napoli (e non solo).
«Noi guardiamo avanti».
È passata una settimana, è volata portandosi via gli effetti prodigiosi di una vittoria da raccontare un giorno ai figli dei nipotini, affinché poi le tramandino alle generazioni successive, però di quel 6-1 alla Cruijff Arena non può esserci traccia, non deve, perché questa è praticamente tutta un’altra vita, da attraversare a petto in fuori.
Spalletti, come si fa? «Si ragiona diversamente, non si stacca la spina, non ci si adagia e si resta noi stessi. Ci giochiamo la qualificazione nel nostro stadio, che sarà pieno; lo faremo contro un’avversaria che vorrà reagire dopo quella sconfitta. Noi la vivremo come se fosse una finale, mettendoci l’atteggiamento giusto ed evitando qualsiasi forma di calcolo. Fino a questo momento, siamo stati bravi a comportarci in questo modo».
C’è il passaporto per gli ottavi, sta persino dentro ad un pareggio di comodo – à basta e avanza – però adesso che il gioco si sta facendo duro, conviene restare duramente a giocarsela per quel primo posto che, sulla carta, qualche vantaggio al sorteggio lo darebbe. «Sarebbe un errore grave fare il contrario, non è da noi. Intanto, bisogna ricordarsi che con l’Ajax siamo stati anche in difficoltà, almeno fino al pari. E poi, sarà necessario dimostrare che in Europa ci sappiamo stare con i nostri ritmi. Il calcio va in questa direzione, noi avvertiamo il desiderio di crescere e migliorarci; al sorteggio, quando sono uscite queste avversarie, pensavamo ai problemi che ci avrebbero creati club che hanno caratterizzato la Champions. Li abbiamo affrontati e superati. Ma non bisogna fermarsi e il Napoli ha ancora fame».
TORNA OSI
È una squadra che andrà ritoccata, per forza, perché ogni tre giorni non si resiste alla fatica e poi all’acido lattico («non so se a Cremona, a tratti, sia stata stanchezza o ci abbiano creato problemi le caratteristiche degli avversari, però tre o quattro modifiche saranno inevitabili») ma Spalletti, voltandosi in panchina, ritroverà al suo fianco Osimhen, che rientra dopo un mese per essere: «È un calciatore top, sono convinto che diventerà uno dei leader di questa squadra ed averlo rappresenterà un punto di forza. Ci mancherà Rrahmani e ci dispiace, ma abbiamo carte da giocarci pure in difesa. Non avremo problemi a scegliere una formazione di tutto rispetto».
Si ripartirà con i nove punti in classifica, con la possibilità di potersela godere in fretta, ritrovandosi cosi rapidamente al turno successivo, tra le stelle di un’Europa nella quale il Napoli ci sta di lusso: «Ad Amsterdam è stata dura, ma siamo stati pronti a ribattere. Poi abbiamo avuto la reazione dei nostri campioncini dopo la rete subita ed abbiamo vinto. Stavolta proveremo ad essere più attenti al via».
E, soprattutto, non ci sarà nient’altro da aggiungere, da allenatore, che il Napoli non sappia da domenica sera, da quando è diventato capolista solitario. «Ho parlato ai ragazzi, ho affrontato l’argomento in maniera semplice. Mi sono messo nei panni di un avversario del Napoli: se io fossi l’allenatore dell’Ajax avrei le idee chiare. So che proveranno a metterci in difficoltà, avranno grande determinazione e saranno motivati. Noi dobbiamo avere continuità. Speriamo di poter evitare momenti difficili e siamo fiduciosi della forza che abbiamo». La strategia è fingere che sia tutto normale.
Fonte: CdS