La panchina è vincente quasi sempre, a Cremona ha “spaccato”

Così valuta la panchina azzurra Il Mattino

SIMEONE 8
L’hombre del partido. Dalle sue parti direbbero così. È uno di quelli che quando entra in campo ci mette talmente tanto entusiasmo che è come se al suo posto ce ne fossero due. Indiavolato. E allora il gol è il giusto premio. Ma c’è altro: tipo l’assist con il quale innesca l’azione del 3-1: un cucchiaio di rarissima bellezza.

ZIELINSKI 6,5
Galleggia al suo solito. Tra le linee è una sorta di rullo compressore. Tutti i palloni che tocca si trasformano in qualcosa di buono e il Napoli ne approfitta. Il gioco degli azzurri inizia a salire di giri non appena il polacco ingrana le marce alte. E poi quando punta l’uomo è quasi sempre una sentenza: perché lo salta.

LOZANO 7
Due affondi che non vanno a buon fine rischiano di farlo andare fuori giri. Poi Kvara gli serve un pallone sul quale c’è scritto «Spingere in porta, prego». Lui ringrazia e fa quello che ogni attaccante deve fare. Nel finale si sacrifica dando una mano in copertura sulla fascia dove c’è già Di Lorenzo a tirare la carretta.

OSTIGARD 6
Costretto ad entrare a freddo per sopperire all’infortunio a Rrahmani. Si piazza al fianco di Kim e insieme al coreano va a formare una coppia di buttafuori che farebbe invidia alle più esclusive discoteche della Costa Smeralda. Tiene in tutti i duelli fisici e quando c’è da uscire palla al piede non si tira indietro.

OLIVERA 6,5
Non ha paura di niente. Di un controllo pericoloso al limite della propria area di rigore, di una giocata difficile nell’uno contro uno, ma soprattutto di buttarsi nell’area di rigore avversaria quando c’è da andare a cercare gloria. E lui la trova segnando il gol del poker su assist del capitano.

Fonte: Il Mattino

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