Kvaratskhelia il predestinato. Temur Shalamberidze: «Così l’ho scoperto a 10 anni»

 A volte basta poco. Soprattutto per chi ha un certo occhio per il talento. Figuriamoci se si tratta di un uomo che ha trascorso gli ultimi 20 anni della sua vita sui campi di calcio. Ecco perché Temur Shalamberidze si ricorda perfettamente il giorno in cui ha visto per la prima volta dal vivo un ragazzino dai piedi fatati. Era Khvicha Kvaratskhelia che all’epoca aveva 10 anni, vestiva la maglia dell’Avaza e in mezzo al campo si muoveva come uno che a calcio ci gioca da una vita. «È stato un attimo: l’ho visto e subito dopo sono corso dal presidente della Dinamo Tiblisi per la quale mi occupo dello scouting da oltre 20 anni». Temur Shalamberidze racconta del piccolissimo Kvara e si emoziona ancora. «Era un   bambino estremamente tecnico, si muoveva rapidamente in campo, ma soprattutto puntava sempre verso la porta. Andava sempre in avanti. Senza mai avere paura». Pochi secondi per capire che quello che stava giocando sotto i suoi occhi non era un ragazzino come tanti.  Dopo il colpo di fulmine iniziale, però, bisognava trovare il modo per portarlo subito nella Dinamo Academy, l’accademia della Dinamo Tiblisi. «Portare un ragazzo che veniva da fuori Tbilisi costava tanto per il club. Perché bisognava sostenere le spese di vitto e alloggio e infatti solo due giocatori sono stati presi da fuori: Kvara e Giorgi Chakvetadze, e oggi sono i due leader della nazionale della Georgia», insomma, la spinta di Shalamberidze è servita in maniera sostanziale per contribuire alla crescita di Kvara. «Era un ragazzo troppo talentuoso per farselo scappare. Tra le sue qualità mi ha colpito la sua sfrontatezza. Gli è sempre piaciuto sfidare i difensori avversari e saltarli in dribbling. Non aveva paura di provare l’uno contro uno, caratteristiche che ritrovo anche nel giocatore che è diventato oggi». Nel Napoli infatti, il georgiano si è già messo in mostra per qualità assolutamente fuori dal comune. «Sarò sincero: ho sempre pensato che Khvicha sarebbe diventato una stella, ma ammetto che non mi aspettavo che accadesse con tanta velocità».

Ecco perché in Georgia adesso tutti fanno il tifo per il Napoli, e per quella maglia numero 77 che vola via con una facilità incredibile alla marcatura di ogni malcapitato difensore. «È stata la scelta giusta per Kvara. Il Napoli è il suo club ideale. Negli anni scorsi in tanti club europei si sono avvicinati a lui e forse avrebbero stuzzicato di più la sua fantasia, ma alla luce di come sta giocando il Napoli, di quanto bene stia facendo a livello europeo, penso proprio che sia stata la squadra perfetta per esaltare le sue qualità».

Sì, perché in Georgia Khvicha Kvaratskhelia è una sorta di santone. Ha segnato il suo primo gol in nazionale ancora da minorenne e in un match contro la Russia è andato a segno dopo appena un minuto, lasciando tutto il Paese a bocca aperta. Ma c’è tutto un mondo alle spalle di Kvara. A partire dall’educazione ricevuta nell’Academy della Dinamo Tiblisi. «Il responsabile era Andres Carrasco che veniva da Barcellona e aveva importato tutti i principi della Cantera catalana. Lui è stato uno dei più grandi maestri di Kvara: gli ha insegnato praticamente tutto per farlo diventare un campione»,

aggiunge Temur Shalamberidze. Ma non è tutto. «Poco dopo il suo arrivo alla Dinamo Academy, il papà di Khvicha si è trasferito in Azerbaigian per allenare. Questo ha significato che il ragazzo è rimasto da solo, praticamente con la sola Academy a insegnargli tutto: in campo e fuori. Lo hanno aiutato anche dal punto di vista economico, garantendogli 4 pasti al giorno, affiancandogli un dietologo che si è preso cura della sua alimentazione e della sua crescita».

Dicevamo della mentalità, quella che sembra essere da sempre il vero punto di forza di Khvicha. «Ho passato 5 mesi sempre a stretto contatto con lui e ho capito che non è solo un ragazzo di talento, ma è uno sportivo a 360 gradi. Quando era al Rubin viveva nel centro del club e pensava solo al calcio. Ecco perché dico sempre che la sua qualità migliore è la predisposizione al lavoro. Pensa solo a lavorare e a migliorarsi». E anche a Napoli lo stanno capendo tutti molto in fretta. Fonte: Il Mattino

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