Jesaia Sjaak Swart (Ex Ajax): «Lobotka e Kvara perfetti per la nostra squadra»

Jesaia Sjaak Swart non è uno qualsiasi. È mister Ajax, il calciatore della storia con più presenze con la maglia della storia («Sono più di 800 comprese le amichevoli e la gare con le giovanili»). Con Suurbier, Hulshoff, Krol, Neeskens, Haan, Keizer, Cruijff ha fatto la rivoluzione nel calcio anche con la nazionale olandese.
Mister Ajax, glielo chiedo subito: chi era più forte Maradona o Cruijff?
«Stasera c’è il Napoli, la squadra di Diego. Uno dice: il Napoli senza Maradona? Impensabile. E anche l’Ajax senza Johan era impensabile. Però ce ne sono anche altri: Pelé, Eusebio, Garrincha. Tutti campioni che resistono alla prova del tempo».
Stasera che gara è?«L’Ajax è giovane, quelli forti come Antony sono andati via ma non sarà facile per questo Napoli che gioca un buon calcio, certo, ma anche quello dell’Ajax è un gioco divertente. Credo che ne verrà fuori una bella partita. Poi per fortuna dei napoletani non fa così freddo come quando giocarono con noi nel 1970».
Chi le piace di più del Napoli di adesso?«Ho sempre avuto una certa passione per quelli che saltano l’uomo e vanno in dribbling, calciatori in via d’estinzione. Per questo mi piaceva Insigne. Ma devo ammettere che questo ragazzo lì (Kvara, ndr) che prende e parte come un treno, che non sai mai quello che fa, mi ha molto colpito. Ma anche un altro del Napoli l’Ajax deve temere».
E chi?«Il play, Lobotka. Alza la testa e vede i compagni. Due che anche nel mio Ajax sarebbero stati molto utili. Come tutti quelli che giocano bene al calcio».
Chi la diverte in Europa?«Chi ha visto Manchester City contro Manchester United non può non essersi innamorato di come gioca ancora Guardiola con quell’attaccante lì davanti, Haaland, che è davvero impressionante per tecnica e forza fisica».
Lei era ala destra. A chi si ispirava?«Matthews e Garrincha erano i miei idoli. Volevo essere veloce e difficile da marcare come loro. Devo tanto a Rinus Michels, un genio del calcio, ci provo anche io a dare consigli ai più giovani, come ho fatto, quando era ragazzino nell’Academy dell’Ajax, anche con Sneijder».
Che tipo era Cruijff?«Voleva aiutare tutti, era un buono anche se all’apparenza sembrava distaccato. Era testardo. L’ho conosciuto che aveva nove anni ed era il nostro raccattapalle. Era sempre lì, suo padre lavorava allo stadio».
Chi ha beneficiato di più dell’altro, lei o lui?«Facevamo questo gioco: io tenevo palla sulla fascia destra, aspettavo che i difensori si concentrassero sul centravanti e Johan a quel punto iniziava a scattare. Quando se ne accorgevano era già in porta».
L’allenatore italiano che più ha lasciato il segno?«Mi viene da dire Sacchi. Ma devo anche ammettere che è stato fortunato ad avere i più forti olandesi di quei tempi».
Chi vince stasera?«Che domanda fa a mister Ajax?».
Fonte: Il Mattino
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