Quasi sempre turnover per Spalletti
Spalletti, però, non ha inciso soltanto tecnicamente: persi Ospina, Koulibaly, Mertens, Insigne e un bel po’ di esperienza e certezze, ha dovuto ricostruire il gruppo e soprattutto motivarlo. Certo, colpi nuovi come Kvaratskhelia, Kim, Raspadori e Simeone oppure fatti in casa come Lobotka, Zielinski e Anguissa lo hanno aiutato molto e lo aiuteranno, però non era facile rimettere insieme i pezzi e soprattutto migliorare: tutti motivati, tutti coinvolti, tutti pronti a dare il proprio contribuito a prescindere da presenze e contratti. Già: un anno fa, di questi tempi, si parlava soltanto di ingaggi e rinnovi e oggi invece si chiacchiera di calcio. Il simbolo? La lotta alla dicotomia titolari-riserve: la detesta, il signor Luciano. E i numeri e i minuti confermano le parole. L’unico titolare? Lui, l’allenatore. Anche se a San Siro con il Milan, a causa di una squalifica, in panchina è andato il vice Domenichini. E ha vinto. Fonte e grafico CdS