Quasi cinquant’anni fa, era il 1974, l’Olanda era qui, a Napoli. Grazie a Luis Vinicio, bomber del Napoli negli anni Cinquanta che Corrado Ferlaino aveva voluto sulla panchina azzurra. ‘O Lione aveva idee innovative. «Ricordavo i miei tempi da calciatore. C’erano delle marcature strettissime, si giocava per 90 minuti fuori dalla propria zona perché si doveva seguire il proprio uomo ovunque. Veniva così tolta alla squadra la possibilità di esprimersi, di imbastire azioni. Invece, un avversario deve essere controllato dal giocatore più vicino a lui. In possesso dì palla, il discorso è diverso, tutti devono partecipare, mettersi a disposizione affinché la palla giri. Ricordo che in tutte le mie squadre, dall’Internapoli al Brindisi e alla Ternana, avevamo un gioco fluido e bello. Nel Napoli, al primo anno, non fu possibile, perché il libero era Zurlini: lento, comportava dei rischi. Ma con l’arrivo di Burgnich, impiegato in linea con i difensori, applicammo la zona totale», spiegò Vinicio. La zona totale che proprio quell’anno era stata esaltata dall’Olanda ai Mondiali in Germania Ovest, vinti dai tedeschi dopo la finale con gli Orange di Crujff e Krol, che sei anni dopo avrebbe indossato la maglia del Napoli. Burgnich aveva chiuso il ciclo d’oro con l’Inter e accettò l’offerta del Napoli. L’inizio della Roccia, vice campione del mondo nel ’70 a Città del Messico, fu sofferto perché Vinicio voleva cancellare la rigida figura del libero, un passo indietro rispetto ai compagni di reparto, dal suo gioco. E giocare in linea, raccontò Tarcisio, fu un altro momento esaltante della sua carriera trionfale. «Mai divertito tanto». Era arrivato a Napoli a 35 anni ma non era sul viale del tramonto. Quel Napoli che giocava, correva e pressava fece vedere un calcio di altissimo livello e senza avere grandi stelle. Ecco la meraviglia di Vinicio, che aveva preso ad esempio l’Olanda e l’Ajax, arrivato a sorpresa ai più alti livelli europei: l’esaltazione della squadra e non del singolo. L’Ajax, avversario del Napoli martedì 4 ottobre nel terzo match di Champions League, ha continuato lungo quella rotta mentre qui ancora oggi, passati quasi cinquant’anni, si racconta la magia del calcio di Vinicio, che sfiorò lo scudetto. F. De Luca (Il Mattino)