A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Pietro Lo Monaco, direttore sportivo: “Agli Europei abbiamo vinto meritatamente, siamo stati competitivi, ma abbiamo fatto un passo indietro. Lo stesso fatto di aver cambiato modulo è evidente sinonimo di insicurezza, faccio fatica a risalire ad una Nazionale impostata in questo modo. È tutto figlio della struttura del calcio italiano: ancora oggi definiamo oggi giovani i calciatori di 22-23 anni, siamo indietro. Un giocatore della Primavera da noi ha 18 anni, in Danimarca, Olanda, Belgio, il limite è 16 anni. In questi giorni stavo osservando un 2003 ed un 2005 brasiliani che fanno parte della Nazionale maggiore, noi consideriamo giovani chi non lo è più e questo influenza il nostro calcio. Mancano le strutture, la cultura del calcio giovanile. Raspadori e Kvara? Se parliamo di settore giovanile, il Napoli è indietro anni luce, come le altre italiane. Gaetano rischierà di essere un giocatore che languirà lì, è di spessore e viene visto come un ragazzino. Se parliamo di strutturazione squadra, nel campionato 2022/23, il Napoli è quello che ha lavorato meglio. La forza del Napoli è la rosa nel suo insieme, guardando le coppie per ogni ruolo sono tutti competitivi. Dai tempi dell’Udinese ho sempre creduto che il segreto fosse quello di andare in giro per il mondo a trovare giocatori buoni, bisogna avere strutturazione della squadra che è capace di proporre, ma soprattutto il coraggio. Oggi sento paragoni tra Kvara e Insigne, quest’ultimo ha fatto la storia, ma se devo confrontarli sono il giorno e la notte. Kvara ha dei parametri di forza che Insigne non ha e in più ha la gioia di giocare, tenta la giocata sempre e comunque ed ha margini di miglioramento che stento ad immaginare dove può arrivare”.