Forse è vero, prima i giovani chiedevano permesso a bassa voce, oggi corrono veloci, vogliono tutto e subito, non hanno paura di niente. Raspadori e Kvaratskhelia, 22 e 21 anni, (e Osimhen, 23) all’estero neppure farebbero notizia, in Italia è quasi doveroso sottolineare la rapidità con cui sono riusciti a costruirsi un’identità e una stima prima solo accennata. Erano arrivati a Napoli con l’etichetta di potenziali campioncini da aspettare, liberi di sbagliare e crescere, il timore – di qualcuno, non della società – era quello di aver perso troppi anni di esperienza tra Mertens e Insigne, 270 gol in due, e i loro eredi. Mentre qualcuno lo sospettava, Kvara segnava a Verona e Monza, Raspadori decideva la gara con lo Spezia e chiudeva quella coi Rangers. Hanno bruciato le tappe e dimostrato che l’età non è mai un limite se associata a qualità evidenti.
Fonte: CdS