M. Rossi (CT Ungheria): “Raspadori ha una caratteristica non di poco conto”

«Né nostalgia, né malinconia. Direi: sorpreso. Giocarsi il primo posto del girone con l’Italia mica è una cosa che capita tutti i giorni». Marco Rossi è il ct dell’Ungheria che domani sera, a Budapest, proverà a tirare l’ennesimo sgambetto a Mancini e a questa martoriata Italia del pallone. «Meglio se non ci penso alle emozioni che proverò: mica è semplice sentirsi l’avversario della mia Nazionale. Anche a me brucia, da italiano, non essere andato al Mondiale». Uno strano tipo di rivale attende l’Italia domani: l’Ungheria che porta la firma del ct Rossi, che da qualche anno ha scelto Pozzuoli come suo residenza.
Rossi, che le dicono gli amici italiani?
«La vittoria con la Germania ha regalato a tutti grandi emozioni. Ma devo dire che i complimenti più belli sono quelli della gente comune che ha invaso di messaggi i miei profili social».
In pochi mesi ha vinto in Inghilterra e in Germania. Come si sente?
«Come uno che sta risvegliando il calcio magiaro da un lungo letargo. L’Ungheria di Sebes con Puskas, Hidegkuti, Kocsis è nel cuore di tutti, anche di quelli che non l’hanno mai vista. Ma anche questa nazionale sta costruendo qualcosa. Ora tutti sognano di conquistare una fase mondiale che l’Ungheria non gioca dal 1986. Ma qui centrare le semifinali di Nations League darebbe una gioia gigantesca».
E per l’Italia?
«Capisco, forse per i tifosi la Nations è poca roba perché nulla riesce a curare la ferita per la mancata qualificazione in Qatar. E in fondo è vero, la Nations non può che dare un piccolo sorriso ma l’amarezza resta. E aumenterà a novembre quando inizieranno a giocare in Qatar. L’Italia vive un momento particolare, capisco la delusione ma tante critiche nei confronti di Roby (Mancini, ndr) sono ingiustificate».
Beh, siamo stati eliminati dalla Svizzera e dalla Macedonia del Nord…
«Il problema del calcio è proprio in questo: quando ha vinto l’Europeo era una specie di eroe nazionale, appena un anno dopo diventa uno che non capisce nulla. Non è così. La Federcalcio ha fatto bene a ribadire la fiducia, così si fa. Questa Italia che ha battuto l’Inghilterra ha un discreto futuro davanti a sé».
Lo dice per amicizia nei confronti di Mancini?
«Sono passati quasi trent’anni da quella splendida avventura, rivedrò lui, ma anche Lombardo, Nuciari, Evani, la terribile banda con cui giocai alla Sampdoria. Lo dico perché mi pare che questa Italia abbia davvero tanti buoni calciatori. Sicuramente più di quelli ungheresi: io ho solo 4 calciatori che giocano in Bundesliga».
Raspadori è la nuova stella?
«Nel Sassuolo già brillava. Ora che fa la Champions, che gioca in una squadra che lotta per lo scudetto e che ogni giorno si allena con campioni veri, non può che fare un ulteriore salto in alto. Certo, ha fatto davvero un grande gol a Milano l’altra sera. E poi ha una caratteristica non di poco conto: può giocare in più ruoli, mica solo prima punta».
Anche l’Ungheria ha una grande stella.
«Sì, ma non siamo solo Szoboszlai, siamo una squadra unita e organizzata. Io mi baso a quello che ho, a tutti piacerebbe fare il tiki taka di Guardiola, ma mica tutti hanno i suoi calciatori».
Ungheria-Italia che gara sarà?
«Spero divertente. Io vorrei vincere, per questo Paese che ormai è come una seconda patria. Poi la logica dice che vincerà l’Italia. Che poi, arrivare primi nel girone di Nations non è poca roba: al sorteggio degli Europei sei testa di serie. L’Inghilterra, per esempio, va in seconda fascia…».
Resta il Mondiale che l’Italia non farà.
«E chi non ci pensa? Ho rimpianti anche io: ho sbagliato in due anni solo due partite, quelle con l’Albania di Reja. Altrimenti anche l’Ungheria sarebbe andata almeno ai playoff mondiali. Da noi, è peggio. Ma bisogna girare pagina, non pensarci più. Sennò il dolore non va mai via».
Rossi, tornerà prima o poi in Italia?
«Non mi hanno mai voluto, nessuno penso mi vorrà mai. Ho il contratto con l’Ungheria fino al 2025, ma anche per me vale quello che ho detto di Mancini: ora sei un eroe perché hai vinto a Lipsia con la Germania ma magari martedì sei un idiota perché perdi con l’Italia…».
Fonte: Il Mattino
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