Mario Rui-Zielinski-Kvaratskhelia è una combinazione che a sinistra scatena reazioni come i bei vecchi tempi. Quelli di un meccanismo perfetto di un altro Napoli – di Sarri – che si fermò all ’ improvviso il 1° novembre 2017: notte di Champions con il City, notte del crack di Ghoulam. Sì, saltò il legamento del ginocchio destro di Faouzi e insieme tutto il resto di un gioco nel quale cominciò a muovere i primi passi Mario: gradualmente e poi di corsa. Senza fermarsi più. In principio furono critiche e commenti velenosi, e soprattutto un confronto costante con lo sfortunato predecessore. Come se non bastasse, dopo il 2020 cominciò a uscire dal giro della Nazionale: colpi su colpi. Duri. Fino alla rivincita con Spalletti: molto buona la stagione precedente e super la prima parte della nuova nonostante la concorrenza di Olivera, uno che nelle gambe ha forza da vendere e che fa il titolare nella Celeste. L’ultimo esempio? L ’assist per il Cholito ricamato con il sinistro a San Siro è una perla. Complimenti. A proposito: oggi è uno dei leader dello spogliatoio ed è anche tornato in Nazionale. A sognare il Mondiale.
Fonte: Cds