P.P. Marino a IL Mattino”: “Napoli e Atalanta, società modello con i conti in ordine”

Il direttore dell'area tecnica dell'Udinese: «Gli azzurri hanno preso il massimo dando il minimo, come negli anni d'oro»

Dopo le prime sette giornate la serie A ha ben tre padroni. Napoli e Atalanta prime con 17, ma ad un solo punto di distanza c’è l’Udinese. Il d.g. del club friulano Pierpaolo Marino alle pagine de “il Mattino” in un’intervista parla dell’inizio di campionato.

Il direttore Marino: «Io la ricordo l’estate del 1986, quando alcuni commentatori avevano ribattezzato il mio mercato come un mercato da serie B perché avevo preso solo Carnevale e De Napoli… alla fine di quel campionato abbiamo conquistato a Napoli il primo storico scudetto». Pierpaolo Marino è una delle migliori teste del nostro calcio: dove c’è lui, c’è sempre un progetto tecnico. Con le sue doti di competenza calcistica e quelle di organizzatore. Uno che ovunque va realizza trionfi. Come in questa partenza a razzo dell’Udinese, prima per un pomeriggio, e a due punti dalle capoliste, Napoli e Atalanta.
Marino, non a caso l’Udinese è terza. Ma comandano due club del suo cuore, Napoli e Atalanta?«Non è mi sorprende che la serie A premi queste società: sono quelle che hanno i bilanci in ordine, i conti sistemati, le strategie collaudate e sempre precise sul mercato, non fanno mai passi più lunghi della propria gamba. Ed è ovvio che il calcio poi dia merito a queste realtà. Ci sono, poi, presidenti alle spalle che hanno passione, sì, ma anche competenza. Il Napoli ha portato a termine un’ottima campagna acquisti e Spalletti gestisce al meglio le risorse tecniche a propria disposizione».
Juventus e Inter, invece, boccheggianoIl loro finale di stagione era già stato emblematico delle difficoltà che stavano attraversando. Io non credo che siano delle delusioni, ovvio sarei un ruffiano se dicessi che l’Inter che ho visto al Friuli mi è piaciuta. Ma penso che si rialzeranno e andranno a occupare il posto che meritano in questo campionato. Però, c’è qualche problema che devono affrontare e superare».
L’Udinese è lì per casoPer caso, non direi. Noi ovviamente non ci illudiamo, viviamo alla giornata ma siamo consapevoli di avere un buon gruppo, di aver scelto un allenatore molto capace e di avere una squadra che fino ad adesso ha messo in difficoltà chiunque con l’intensità e con la tattica. Noi siamo contenti e certo non vogliamo fermarci qui».
È una serie A sempre di passaggio per i campioni come Kvara o Kim? «Non sarei così categorico. Nel senso, è evidente che la Premier ha una forza economica che noi qui non possiamo fronteggiare, ma alla fine sono gli intermediari che popolano questo mondo che decidono il destino dei calciatori. Non a caso, questa è stata l’estate dei tanti che sono andati a giocare in Turchia».
Ora con Kvara tutti dicono: è un po’ come quando Marino portò Lavezzi e Hamsik e venne accolto con diffidenza. Corsi e ricorsiVero, le etichette sono facili da mettere perché tutti sognano i grandi nomi almeno in estate, poi arriva il campo ed escono fuori le conoscenze e le competenze di chi ha fatto certe scelte. Come nel 1986: a novembre, quando poi arrivò Romano, le critiche divennero ancor più ostili: ma come, un regista dalla Triestina, dalla serie B, per giocare al fianco di Maradona?. Era il pezzo mancante del puzzle. Entrò alla perfezione».
Con il Mondiale in inverno può essere l’anno per interrompere la dittatura di Milan, Inter e Juventus?«Sì, c’è il Napoli ma anche l’Atalanta che per certi versi mi ricorda il Verona dei miracoli. Ma tutto dipende dal disegno strategico con cui i club in lotta per il titolo affronteranno la sessione di gennaio del mercato. Mai come questa volta, è lì che si vince o si perde il prossimo scudetto. Anche perché la lotta al vertice sarà più accanita, con un margine ristretto a livello di punti rispetto all’anno scorso».
Il Napoli a Milano ha messo a segno un bel colpo?«Ha ottenuto il massimo, andando al minimo. Succede alle grandi squadre di vincere così, sono i segnali importanti che dicono che è un anno d’oro. Però, come prestazione, ho visto la squadra di Spalletti dare il meglio in altre partite. Di sicuro, giocano il calcio più bello d’Italia. Anche se al Meazza non lo hanno fatto vedere. Ma sono primi in classifica e lo sono con merito».
L’Udinese lassù, dopo che ha battuto l’Inter, deve essere per lei una bella sensazioneLo è. Ma anche questo non è un exploit che nasce dal nulla: con Sottil abbiamo intrapreso un progetto importante. La famiglia Pozzo e io conoscevamo Sottil per i quattro anni trascorsi a Udine da giocatore, conoscevamo le caratteristiche di una persona molto cattiva agonisticamente, un grande lottatore. E questa estate, quando in amichevole vincevamo per 3-2 sull’Union Berlino, che ora guida la Bundesliga, ho capito che avevamo allestito una squadra che poteva togliere belle soddisfazioni».
Tratto da Il Mattino
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