Rispetto alla scorsa stagione, Pioli ha dovuto sostituire in realtà un solo (seppur fortissimo) titolare, Franck Kessie, con un centrocampista totale come Pobega (attenzione ai rimorchi, parlarne a quelli della Dinamo Zagabria) e poi ha aggiunto: De Ketelaere (siamo ancora in attesa del suo exploit, ma arriverà presto), Adli (un po’ emarginato dopo un ottimo periodo estivo), Origi (ancora infortunato) e ha recuperato in pieno Kjaer. Insomma, Pioli fresco vincitore dello scudetto , ha quest’anno un Milan più forte, ma soprattutto più completo. Sul livello del Napoli c’erano invece dei dubbi perché era uscita, tutta insieme, la vecchia guardia : da Insigne a Koulibaly, da Mertens a Fabian Ruiz a Ospina, oltre a Ghoulam, Ounas e Petagna. L’obiettivo principale era diminuire il monte ingaggi. Obiettivo raggiunto e livello tecnico garantito dall’arrivo di Raspadori (gol decisivo allo Spezia), di Simeone (primo gol in Champions), di Kim (una sicurezza) e di Kvaratskhelia (la più grande sorpresa di questo scorcio di campionato). La differenza fra Milan e Napoli sta proprio qui: il Milan ha proseguito nel gioco e nei risultati migliorando, il Napoli lo ha fatto cambiando. E’ la ragione per cui Spalletti ( in tribuna per la squalifica) è in questo momento il miglior allenatore della stagione italiana, ma al suo fianco c’è proprio Pioli. Fonte: CdS