Mordersi la lingua? Macché, avete sbagliato allenatore. Non ci pensa affatto, nel suo dna non c’è traccia. E pure se questo comporta l’idea di chissà quali incomprensioni con De Laurentiis, lui non riuscirà mai a frenare, a trattenersi. Benvenuti nel mondo di Luciano Spalletti, l’uomo che siede sulla panchina del Napoli, che lo ha riportato in Champions dopo due anni e che adesso dopo sei giornate ha di nuovo sistemato in cima alla classifica della serie A. Certo, il giochino dei cambi è qualcosa non di inedito che dimostra come il tecnico abbia un senso particolare per le rivincite. Ma è un tema che deve stargli davvero sullo stomaco se non esita a ripeterlo: è vero, De Laurentiis è lì che chiede e chiama per avere notizie su chi gioca e chi no, perché gioca questo e non quello. È il prezzo da pagare per avere una proprietà tutta italiana: figurarsi se un fondo americano o arabo si sarebbe preoccupato se a giocare è Ndombele o Lobotka. De Laurentiis è fatto così: due ritiri estivi, a Dimaro e Castel di Sangro, trascorsi praticamente ogni istante con la squadra.Già a volte i suoi discorsi sono torrenziali e inafferrabili, figurarsi i sobbalzi dell’anima. Ma della storia delle sostituzioni, del turn over e così via ne ha già parlato ad aprile, Spalletti, lasciando intendere che non gradiva.
Dopo l’1-1 ammise: «Il presidente mi brontola sempre perché sostituisco troppo tardi o perché cambio chi non dovevo… Con i cambi ognuno vede quel che vuole». È ritornato sulla questione anche dopo la vittoria con lo Spezia: «Succede solo qui: perché gioca lui, perché non quest’altro…», ha aggiunto.
Che sul tema è vago: «Da adesso in poi, avrò solo contratti di un anno». Per quello che ha fatto fino ad ora, terzo posto, ritorno in Champions e una partenza a razzo in questo anno zero (ma quanto ha già rivalutato la rosa in meno di un mese e mezzo di lavoro?) bisognerebbe già mettersi all’opera per blindarlo. C’è tempo. L’impressione è che sarà la pausa per i Mondiali il momento per cominciare a capirlo. La sensazione è che De Laurentiis chiederà pure i motivi dei cambi, ma che difficilmente se lo lascerà andare via. P. Taormina (Il Mattino)