Zielinski e Lobotka portano vitalità nel gioco degli azzurri e il successo porta la firma di quello che fino a pochi secondi prima era il peggiore in campo: Raspadori. Una vittoria della volontà e del coraggio, con il Napoli che ha sbattuto a lungo la testa contro l’incapacità di navigare nelle secche delle partite, tra gli scogli del catenaccio altrui (ma ha un senso, per questo gioco, difendersi così?). Il Napoli ha avuto pazienza ed è riuscito ad adattarsi, con i cambi, ai momenti differenti. Non una bella gara, ma sinceramente ha poca importanza: dopo la scorpacciata di champagne con il Liverpool va bene pure questo “prosecchino” con lo Spezia che comunque ha lo stesso euforico effetto. Ndombele è un nodo da risolvere, ma bisogna comunque osare nel turnover. L’impegno e la testa c’erano. Pure le gambe. Sennò non vinci all’89’.
MERET 6,5
Poteva giocare questa partita difendendo la porta dello Spezia. Preciso al 40’ sul tiraccio di Gyasi: sull’errore di Mario Rui lui è tempestivo nel chiudere lo specchio ed è fortunato perché in ogni caso c’è San Rrahmani che gli guardava le spalle. Bellissimo da vedere quasi a metà campo.
DI LORENZO 6
Gyasi è uno dei velocisti, eppure è talmente più difensore che altro che lui è più spesso un quarto centrocampista che si butta nelle trincee liguri in maniera temeraria. Porta, quando serve, lui palla, sta sempre assai alto quando c’è fase di possesso. E non rinuncia mai a farlo anche nella ripresa. Instancabile.
RRHAMANI 6,5
Deve impostare, dovrebbe farlo in maniera semplice ma è quasi allergico. Però è nella ripresa, quando, lo Spezia prende coraggio anche per la stanchezza degli azzurri, lui prende ogni cosa tra le mani e mostra i muscoli: là dove c’è lui non passa nessuno. E sulla linea salva sull’errore di Rui.
JUAN JESUS 6,5
Il suo esordio è positivo, sopperisce più di una volta a delle ripartenze liguri con la difesa in inferiorità numerica. Fisico e malizia su Nzola che soprattutto nel primo tempo prova a sfidarlo nell’uno contro uno. Baldanzoso, tonico, è assai pronto, neppure col passare dei minuti dà segni di cedimento.
MARIO RUI 6
Ogni volta che si fa vedere, ovvero spesso, si ritrova con Holm addosso. Il fatto che lo Spezia faccia un catenaccio da anni ‘60, lo porta a esplorare la terra di mezzo, quasi in cabina di regia. Che pasticcio combina al 72’ ma Kiwior lo grazia ma è l’unica disattenzione che commette.
ANGUISSA 6
Il pericolo pubblico è lui, ma Bastoni non deve per forza sbattersi chissà come per riuscire a mettergli le catene. Ovvio, il suo lo fa, ma senza far ribollire il sangue nelle vene come nella notte di Champions. Ordinato e basta. Certo, ormai lui ha abituato a giocate di ogni tipo.
NDOMBELE 5
Non detta i tempi, non gira nulla tra i suoi piedi. Agudelo riesce a non farlo mai impostare, nel caso c’è Bastoni che lo ferma. Soffre la marcatura stretta e non riesce ad essere il fulcro del gioco neppure quando può far tutto in maniera indisturbata. Mediana in affanno a causa sua per tutto il primo tempo.
ELMAS 5,5
Si mette assai vicino a Raspadori proprio per velocizzare giocate, quasi un quarto attaccante con compiti di costante ripiegamento per vie centrali e dargli sostegno. In realtà ci vorrebbe qualcuno che gliene desse a lui. Prezioso, assai, nei rientri ma non basta: errori ne fa, gli pesa giocare poco.
KVARATSKHELIA 6,5
Ubriacante, ispirato, non c’è duello che perde, anche se certe giocate vanno bene al circo. La palla va data, ogni tanto. Ma lui ha una auto-stima alle stelle. Ampadu e Holm subiscono un doppio tunnel, ha autostima, se non ci fosse stato lui a dare qualche fiammata c’era il rischio di schiacciare un pisolino.
RASPADORI 7
Sbaglia qualsiasi cosa in un pomeriggio in cui a lungo è sembrato un pesce fuor d’acqua. Ma a due minuti dal gong trova lui il colpo del ko, con una conclusione difficile, la più complicata del pomeriggio. E’ l’eroe non per caso perché tutti gli occhi erano per lui. Non semplice e banale il gol.
POLITANO 5,5
Neppure lui un cavaliere all’assalto con la spada di fuoco: se ne sta lì, a guardar sfilare la partita. Solo qualche buon cross ma Reca non deve certo fare gli straordinari per riuscire a rallentare le sue sfuriate. Non ci sono le incursioni che spaccano la difesa, deludente.
LOBOTKA 7
Ecco l’uomo in più: si abbassa nella prima impostazione e finalmente c’è vivacità e il gioco azzurro torna a fremere. Non ci sono suo vice in questo momento, infatti è una crescita anche di coraggio nel secondo tempo quando spunta lo slovacco con la testa alta a dare palla a destra e sinistra.
LOZANO 6
Controllo perfetto sul cross che porta al gol della vittoria. Larghissimo perché con lo Spezia schiacciato nell’arrembaggio finale lui pensa bene di partire da distanza siderale. L’impatto sul match non è convincente. Ha una buona palla all’85’ ma colpisce quasi sorpreso dall’errore del portiere.
ZIELINSKI 6
Pronti via, entra nella ripresa e da lui arrivano le ansie di Dragowski: il polacco convive molto con le proprie emozioni. Poiché ora avverte una fiducia incondizionata attorno a sé, ecco che ha ritrovato la voglia di osare nelle giocate e nelle combinazione. E coi calzini abbassati è uno spettacolo.
SIMEONE 6
Punta la linea difensiva ed è lì in area che aspetta la disattenzione per colpire ma avere a che fare con Kiwior non è semplice neppure per lui. Con Raspadori sono prove tecniche di intesa, per impegno e gestione delle giocate offensive sa sempre fare la cosa giusta. Anche se non brilla per gli spunti.
GAETANO SV
A centrocampo, da interno. Molto a ridosso delle punte azzurre. Fa uno svarione incredibile sul traversone di Lozano e meno male che ci pensa Raspadori a mettere a gol. I tempi non sono ancora quelli giusti, non ci sono passaggi puliti per i compagni: in fase di non possesso posizionato bene.
Fonte: Il Mattino