Dai mugugni al boato: il pomeriggio incredibile di Raspadori
Da incubo a sogno, in una frazione di secondo. La maledizione del gol che non arriva diventa magia e Raspadori è il protagonista della giostra. Le occasioni non erano mancate, ma non era riuscito a fare centro. Spalletti, però, al momento dei cambi, non lo ha messo in discussione. E l’intuizione di Luciano è stata quella da tre punti. Lui, Raspadori, si è dimostrato l’uomo giusto al momento giusto. E come se non bastasse è arrivato anche il messaggio di Mertens, il re dei bomber della storia del Napoli. «Sapevo che avresti segnato amico mio». Parole che sanno di consacrazione. L’idea iniziale di Spalletti era quella di metterlo al servizio di Osimhen: sottopunta nel 4-2-3-1, ma l’infortunio di Victor ha cambiato le carte in tavola. La prima ora non è stata tutta rose e fiori. Qualche guizzo, un paio di duetti interessanti, ma la cosa più importante, il gol, non arrivava. Poi, però, ci hanno pensato gli dei del calcio. Gli azzurri sono una famiglia. E alla fine della partita, quando l’arbitro ha fischiato per tre volte, Raspadori si è accasciato al suolo. Si è rialzato dopo qualche minuto. Perché non poteva certamente perdersi l’abbraccio di tutto il Maradona che dopo aver mugugnato per i suoi errori è esploso di gioia invocando il suo nome subito dopo il gol della vittoria. Tutti per Jack. Non era abituato a questi contesti. Non era abituato a uno stadio così caldo. Ma adesso sembra pronto. Così si cresce e lui lo sa.
Il Mattino