Klopp: “Napoli non è pericolosa. Spalletti riesce a dare identità alle sue squadre”

Il tecnico del Liverpool vuole sfatare il tabù Napoli

Jurgen Klopp al vecchio San Paolo, oggi Maradona, ha sempre perso. Nel 2013, quando allenava il Borussia Dortmund, fu anche espulso e guardò il secondo tempo accanto al custode dello stadio consolando l’amarezza della sconfitta con un buon caffè: «Ho sempre perso, vero, ma se non sbaglio siamo anche arrivati in finale quando eravamo nel girone col Napoli». Col sorriso, in conferenza stampa, l’allenatore del Liverpool sfida le statistiche e su Spalletti, che in conferenza ha indossato il cappellino per omaggiarlo, è ancora più ironico, ma con rispetto: «Se avessi il suo fisico, alla sua età, non sentirei il bisogno di mettere il cappellino. Spalletti ha lavorato in tutto il mondo, si vede l’identità delle sue squadre, non vedo l’ora di incontrarlo». 

VIGILIA. Klopp ricorda l’ammutinamento del 2019: «Qualche anno fa c’era un po’ di nervosismo, ma le acque si sono calmate. C’è un giocatore che è rimasto al suo posto, Zielinski, e credo che la squadra si possa costruire attorno a lui. Il Napoli gioca un buon calcio».

Dubbio a centrocampo: «Arthur ha bisogno di giocare a calcio, ma non può fare novanta minuti. Thiago ha ripreso ad allenarsi, è pronto, per il minutaggio vediamo».

L’ultima domanda coglie di sorpresa Klopp, fa riferimento al consiglio del suo club che, sui social, cavalcando i soliti luoghi comuni delle società inglesi, aveva avvisato i tifosi di non camminare da soli per il centro per non correre il rischio di subire furti, rapine o aggressioni: «Secondo me Napoli è pericolosa? Non lo so, non vivo in questa città, qui sono protetto, con la scorta. Il concetto è che, se i gruppi delle due tifoserie dovessero scontrarsi, potrebbero esserci dei problemi. Io non sono qui per darvi titoli, voglio solo andare in albergo, forse non avete altre domande da farmi». Klopp si alza e se ne va, tra lo stupore di tanti giornalisti, anche inglesi.

ALISSON. Prima di Klopp aveva parlato Alisson che aveva già lavorato alla Roma con Juan Jesus, Mario Rui e, soprattutto, Spalletti: «È stato un piacere essere allenato da lui, quell’anno sono cresciuto tanto anche se avrei voluto giocare di più e lui lo sa (ride). Kvaratskhelia? Riconosco il valore di tutti i calciatori del Napoli, sono giovani, vogliosi, sarà una gara difficile. Favorite nel girone? Tutti hanno le stesse possibilità, il nostro obiettivo è arrivare primi. Parata a Milik nel 2018? Fu una serata speciale anche perché proprio quella sera mia moglie scoprì di essere incinta». 

 

Fonte: CdS

 

 

 

 

 

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