Osi e Lozano sono i dubbi della vigilia, dubbi di un certo livello, eppure qualche certezza il Napoli continua ad averla anche in vista della prima di Champions: tipo Zielinski. Piotr, protagonista di un inizio di stagione tra i più convincenti e incisivi della sua ormai lunga carriera napoletana, sia per i numeri sia per l’atteggiamento: il gol con il Verona e i tre assist con Monza e Lazio registrano la sua partecipazione attiva in quattro delle dodici reti complessive della squadra, ma a fare la differenza è lo spirito. Il fuoco negli occhi e nel carattere che tanto, troppo spesso è stato il grande limite di un giocatore tecnicamente straordinario. Un potenziale fuoriclasse: è quello che si è sempre detto di lui. Uno che fa quello che vuole con il destro e il sinistro; un giocatore dotato di un tiro super e di un patrimonio raffinatissimo, ma anche la vittima sistematica di pause inspiegabili. L’idea? Beh, sembra che quest’anno stia in qualche modo percorrendo la strada che fu di Lobotka: è lui, il candidato alla rigenerazione di Spalletti. E a 28 anni compiuti, partendo dal presupposto di doti rare e pregiate, il momento della consacrazione dovrà pur arrivare. Si vedrà. A cominciare da domani in Champions con il Liverpool, un club che lo avrebbe voluto nella medesima estate in cui la sua vita si tinse d’azzurro: magari i Reds avranno ancora più rimpianti a fine partita. Magari, chissà. Fonte: CdS