“Il Mattino” vota il Napoli: “Troppi affanni da subito”

Male i nuovi innesti, Ndombele non era apparso pronto a Firenze e lo ha confermato. Si salva solo Ostigard nella notte del punticino con il Lecce. Il 4-2-3-1 con Raspadori è un modo per incartarsi. Per venire a capo di una gara teoricamente facile, il Napoli le prova tutte ma regala praticamente un primo tempo pieno zeppo di sbavature e imperfezioni e dove meno male che c’è Meret il reietto. Pure nella ripresa, quando ogni cosa viene rimescolata, gli azzurri per giocare giocano, ma confusamente, rilassandosi anche in qualche circostanza. Il Lecce fa quello che deve fare accatastando difensori e guastatori, usando solo la corsa come arte povera, e di più non poteva. Il Napoli certamente sì, ma non era una notte di precisioni o esattezze. Male Raspadori, ma anche Osimhen. 

MERET 7
Alex si getta sul palo a sinistra e neutralizza il rigore che era pure piuttosto angolato, ma sul bolide praticamente da fermo di Colombo non può fare nulla anche perché non era parabile neppure da Spiderman. Poi è una ripresa assai candida, quasi sonnolenta, con collaborazione nel gioco di piedi. 

DI LORENZO 6
Banda gli sfugge via in maniera plateale e talmente semplice da lasciare stupiti nel primo tempo. E lo fa per più di una volta. Raro che venga saltato così tanto spesso. Meglio nella ripresa, quando le forze di Banda sbiadiscono, l’occasione d’oro è all’80’. Fa il suo anche se non in maniera plateale. 

OSTIGARD 6
Non aiuta nella velocità della costruzione del gioco dal basso, certo, e qualche volta si perde dentro la partita ma questo solo per alcuni momenti del primo tempo. Poi cresce e non poco nella ripresa quando svetta sempre e le amnesia solo solo un ricordo. Si ambiente prima di tutti gli altri. 

KIM 6
Quasi si impigrisce nell’andare incontro al sinistro di Colombo, forse perché pure lui in Corea mai avrebbe pensato a un tiro di quel genere. Poi però quando è abile a mettere angoli in scivolata sempre sull’attaccante leccese. Duro e grezzo, ma terribilmente efficace anche nella ripresa.

OLIVERA 5,5
Sfida spesso di Francesco lasciandosi andare in qualche sprint sulla fascia. Gli ringhiano e ci casca come un pollo. Sempre a metà strada tra coraggio e cautela, senza scegliere uno né l’altra. Con il passare dei minuti la stanchezza prende il sopravvento e perde molta lucidità.

ANGUISSA 6
Più macchinoso di altre volte, patisce l’inferiorità numerica in quella zona del campo. C’è Askildsen su di lui e soffre perché il sostegno nella mediana a due è modesto. Ovvio che conceda metri poi però cresce in maniera notevole quando al suo fianco ritrova Lobotka. 

NDOMBELE 4,5
Spaurito, arrendevole. Non colpisce l’errore che procura il rigore su Di Francesco, perché era apparso lento e imbolsito già nei pochi minuti di Firenze. Schermato da Colombo è lento nel girarsi: dovrebbe essere lui a mettere il corpo nell’eurogol di Colombo, ma non lo fa.

POLITANO 6,5
Pezzella lo costringe ad essere assai accorto, si fa ammonire per una scivolata che non ha molto senso però il primo pericolo creato è il suo ed è suo pure l’assist per Elmas. Che peccato per il diagonale che esce di due centimetri sull’ultima palla prima di uscire.

RASPADORI 5
Hjulmand lo costringe ad abbassarsi in maniera eccessiva, difficile poter fare danni quando di parte da così lontano. Più centrocampista che punta, pensa più a rincorrere che a farsi rincorrere. Serve qualità là nel mezzo, non uno che mette legna e quantità.

ELMAS 6,5
Tenta la giocata acrobatica al 4’ ma chiaro che paga il prezzo di un asse inedito con Olivera. Suo è il tocco spietato, da killer, nell’area del Lecce che sblocca la partita con il gol dell1-0, poi è sempre tra i più attivi anche quando la squadra passa al 4-3-3 nella ripresa. Ovvio che debba essere sacrificato. 

OSIMHEN 5
Poco lo cercano, poco si fa cercare. A volte è irritante. Sull’azione dell’1-0 fa ogni cosa giusta, compreso il movimento che aiuta Politano. Baschirotto usa anche le mani per sopperire alla sua potenza fisica. Sfiora di testa il gol ma toglie la palla d’oro a Kvara. Non è così che deve fare.

LOBOTKA 6
Sposta subito gli equilibri della squadra e piano piano il Napoli prende possesso della metà campo leccese dando vivacità alla manovra che sembra ingessata. È l’uomo del baricentro, sa sempre cosa fare ed è evidente che le cose si sistemano con lui là nel mezzo da regista vecchio stampo. 

ZIELINSKI 6
Interno di sinistra, l’asse con Kvara è la costante del gioco azzurro nella ripresa con un inedito 4-2-3-1 in fase di possesso quando si alza in asse con Lobotka: anticipa Strefezza in una situazione assai pericolosa all’87’: non brillantissimo, ma sa essere assai concreto quando vuole. 

KVARATSKHELIA 5
Nell’habitat naturale del 4-3-3 si ritrova con Gendrey già piuttosto sfiancato e prova a sorprenderlo con i suoi zigzag: ha un impatto buono, ma poco concreto, magari lo fa perché ha una voglia matta di spaccare il mondo ma deve capire che bisogna fare la cosa giusta col pallone tra i piedi. E non lo fa.

LOZANO 6
Entra con il piglio giusto, è abile in qualche ripartenza, nel 4-2-3-1 che di tanto in tanto appare sul campo lui si lascia andare: porta un po’ di brillantezza, quasi tutto passa per i suoi piedi e sono belli anche da vedere i suoi scatti a tutto campo. In ogni caso meglio quando entra nella ripresa.

SIMEONE sv
Il tutto per tutto perché le palle che entrano in area sono tante:
quasi 13 minuti a giocare al fianco di Osimhen in cui fa fatica a trovare spazio quando ormai la difesa del Lecce è impressionante perché da un certo momento in poi si mettono in 11 nel fortino e gettano il sangue per portare a casa il punto.  

Fonte: Il Mattino

 

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