Il Napoli nel prossimo turno scenderà in campo sabato 10 alle ore 20:45 allo stadio “Olimpico” contro la Lazio dell’ex Maurizio Sarri.
Napoli e Lecce erano reduci da due pareggi nel precedente turno in campionato e ,così, ieri sera sono scese in campo allo stadio “Maradona” con la voglia di rafforzare la propria classifica. I partenopei, dopo il pareggio di Firenze (CLICCA QUI PER A MENTE FREDDA SU FIORENTINA-NAPOLI), volevano continuare a far parte del gruppetto di testa, mentre i salentini sognavano di bissare il successo esterno di febbraio 2020. Alla fine esce fuori un pareggio per 1-1 che accontenta sicuramente i pugliesi e non il Napoli.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- L’osservato speciale: diciamo la verità Ndombelè fino al suo arrivo era poco conosciuto al pubblico napoletano che confidava in un altro miracolo sportivo pronto all’uso targato Giuntoli. Non solo per colpa sua, non mi era piaciuto nella manciata di minuti a Firenze e non mi è piaciuto ieri sera. Innanzitutto per caratteristiche mi sembra più il sostituto di Anguissa (per ora la copia molto sbiadita) che non di Lobotka. A questo punto chiederemmo al buon Lucio chi è nelle gerarchie il sostituto dello slovacco? L’ assenza di Ruiz, sempre troppo criticato in campo dal pubblico, ad oggi si fa sentire tantissimo in termini di manovra ma il francese deve iniziare ad ambientarsi rapidamente perchè della rete alla Juve Stabia ci interessa pochissimo. Un’ultima domanda l’avrei, ma forse sono di parte: ma quel ragazzo classe 2000 napoletano, cresciuto nel settore giovanile e che tanto bene ha fatto lo scorso anno a Cremona proprio non merita fiducia?
- Le “falle” laterali: siamo tutti felici della fascia da capitano assegnata all’ottimo Giovannino Di Lorenzo, uomo vero e ricco di valori fuori e dentro al campo. Però allo stesso tempo una critica onesta e costruttiva ci impone di raccontare quello che vediamo durante le partire, ovvero che il numero 22 in questo inizio di stagione sta soffrendo maledettamente. Due reti subite a Verona dove c’è anche il suo zampino (anche se ne ha propiziate altrettante per i suoi compagni), un Sottil a Firenze che gli ha fatto vedere i sorci verdi e anche ieri sera una prestazione tutt’altro che da incorniciare. Infatti se lo zambiano Banda lo ha saltato ripetutamente (soprattutto nel primo tempo), nella fase offensiva sembrava di vedere la versione “spiccicata” del buon Hysaj. Roba da non ripetere più capitano!
- Il caballero triste: “Costruiremo la squadra intorno ad Osimhen“. Parole e musica di Luciano Spalletti alla vigilia del campionato con l’intento di far capire la centralità del nigeriano nel progetto offensivo. Seppur le premesse delle prime due giornate erano state buone, anche in quei frangenti andando oltre le marcature si intravedeva in realtà poca partecipazione alla manovra. I due primi tempi delle ultime due sfide chiusi con nove soli palloni toccati certificano un problema che, forse, l’esplosione iniziale di Kvaratkhelia aveva camuffato. Speriamo sia solo un momento breve, brevissimo…
- L’amarcord toscano: prima regola mai fare i fenomeni a posteriori, per cui chi mi conosce sa che nutrivo dei dubbi sulla formazione iniziale e poco importa se invece alla fine fosse finita 5-1 oppure 9-1. Molto più importante è ragionare sulla possibilità cambiare sei undicesimi rispetto alle prime tre giornate, con ragazzi arrivati da appena dieci giorni (e alcuni come detto nettamente fuori forma). Questa scelta a me ha ricordato una formazione schierata dal nostro ex allenatore, anche lui toscano, Walter Mazzarri in un Chievo-Napoli infrasettimanale di un settembre di undici anni fa. Il tecnico che tanto bene fece all’ombra del Vesuvio, in quella circostanza decise di inserire ben nove elementi diversi dai titolarissimi tutti insieme e così finì per soccombere 1-0 contro i clivensi. A mio avviso le rotazioni in un gruppo fortemente rinnovato ed eterogeno rispetto a un anno fa andrebbero gestite con maggiore raziocinio per evitare di lasciare punti preziosi per strada. Forse, come ripeto da un pò, sarebbe anche meglio ritornare alle famose coppie per ogni ruolo, onde evitare che calciatori come ad esempio Elmas (per me ancora insufficiente nonostante il gol) giochino maluccio in più reparti senza mai specializzarsi in una posizione.
- Le maledette: a Napoli siamo stufi da quasi quattro anni di vedere sfumare obiettivi importanti per punti buttati in casa contro avversari sulla carta nettamente inferiore. E’ dai tempi del “Comandante” Sarri che questa squadra singhiozza a ripetizione contro le piccole, lasciando per strada punti davvero sanguinosi. Proprio i salentini si imposero, come detto, due anni e mezzo fa per 3-2 contro il Napoli di Gattuso e lo Spezia da due stagioni sbanca sistematicamente il “Maradona“. Potremmo parlare anche dell‘Empoli corsaro contro i partenopei in casa nostra con mezzo tiro in porta lo scorso anno e la storia sarebbe ancora ricca di esempi. A me il ragionamento sembra semplice: fare giocare i più forti con le squadre meno attrezzate per mettere punti in cascina (magari poi sostituirli se il risultato è in ghiaccio), perchè contro le prime cinque sei della classifica non è affatto detto che anche con la formazione tipo si possa brindare al successo.
Articolo a cura di Marco Lepore