Raspadori e i nuovo entrati, il Napoli ha una dimensione più duttile!

Senza Kvara, allora, il Napoli cambia faccia, e soprattutto cambia modulo. Spalletti ridisegna la squadra concede l’esordio ufficiale a Jack Raspadori. «Potevo fare meglio. Volevamo portare a casa i 3 punti. E ora ripartiamo dalle cose positive per ripartire subito. Si gioca ogni 3 giorni e dobbiamo concentrarci per fare meglio», spiega a fine partita Raspadori. «Mi piace giocare nella zona centrale del campo e sono a totale disposizione dell’allenatore. Sono felice di essere qui e voglio mettere i compagni nella condizione di fare il meglio. Allenarsi qui è molto motivante e stimolante. Devo essere equilibrato e lavorare a testa bassa. Il lavoro è l’unico mezzo per arrivare agli obiettivi».
Con il baby italiano arrivato dal Sassuolo, gli azzurri cambiano pelle. Dal 4-3-3 iniziale si passa al 4-2-3-1 a trazione ulteriormente più offensivo. Raspadori si piazza alle spalle di Osimhen e prova a dargli un po’ di quell’ossigeno che Milenkovic ha iniziato a togliergli perfettamente dall’inizio della partita. Raspadori galleggia tra le linee. Un po’ attacca la profondità, un po’ viene incontro ai compagni nel tentativo di palleggiare. Poi Spalletti rivoluziona il suo attacco e tira fuori dalla mischia anche il nigeriano e Lozano. Tutto nuovo, insomma. Con Simeone e Politano entra anche Ndombele (al posto di Lobotka in mezzo al campo) e il Napoli prova a mettere pressione alla Fiorentina sfruttando il fattore freschezza e quello sorpresa. Di Raspadori colpisce in primis la voglia. Perché si sbatte come un disperato. Corre a tutto campo e vorrebbe mangiarsi il mondo su ogni pallone. Lo spirito è quello giusto, anche se i meccanismi con il resto della squadra meritano qualche rivisitazione. Anche quando, nel finale di gara, la Fiorentina inevitabilmente ha un leggero calo fisico, un tiro di Giacomino impegna Gollini. È il segnale che la voglia non è tutto, ma ci sono anche qualità e determinazione nel cercare sistematicamente la porta avversaria. Manca l’appuntamento con il gol – che per un attaccante non è il massimo della vita – ma lascia spazio ad ampi margini di crescita da qui in avanti. Insomma, buone notizie per Spalletti che adesso sa di avere una freccia in più nella sua faretra azzurra per armare l’arco in vista di una stagione lunga e ricca di impegni dispendiosi. Meno brillante Simeone, che ha l’alibi dei pochissimi palloni utili ricevuti.
Comments (0)
Add Comment